Bruxelles – Alzare di 3 miliardi di euro (almeno) l’ambizione finanziaria della proposta della Commissione europea per la futura piattaforma delle nuove tecnologie pulite, ovvero il “finto Fondo di sovranità”. Le commissioni Industria ed energia (Itre) e Bilancio (Budg) del Parlamento europeo sono al lavoro sul testo di una comune proposta di risoluzione per incrementare i finanziamenti della nuova piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (chiamata dalla Commissione Ue con l’acronimo ‘STEP’), passando dai 10 miliardi della proposta dell’Esecutivo comunitario a 13 miliardi di euro fino al 2027.
La nuova piattaforma “Step” è stata proposta dalla Commissione lo scorso 20 giugno – nel quadro di una più ampia proposta di revisione intermedia del bilancio pluriennale – come strumento strutturale per finanziare parte degli obiettivi del Piano industriale per il Green Deal annunciato a febbraio scorso. L’idea è di chiedere agli Stati membri Ue di mobilitare altri 10 miliardi di euro fino al 2027, aumentando la portata del bilancio a lungo termine dell’Unione, per aumentare il budget di alcuni programmi già esistenti: InvestEu (3 miliardi), Horizon Europe (0,5), Fondo per l’innovazione (5 miliardi) e Fondo europeo per la difesa (1,5). La relazione a cui stanno lavorando le commissioni congiunte, vista da GEA, chiede di aumentare i finanziamenti per l’industria verde almeno fino a 13 miliardi di euro.
Di questi 13 miliardi, si legge nel documento, 5 miliardi di euro dovrebbero aumentare la dotazione del Fondo per l’innovazione, 4,2 miliardi di euro per aumentare l’importo totale della garanzia garanzia dell’Ue disponibile tramite InvestEU, 1,3 miliardi di euro dovrebbero essere resi disponibili per aumentare la dotazione finanziaria del programma di ricerca Horizon Europe e 2,5 miliardi di euro al Fondo europeo per la difesa. A Bruxelles c’era attesa e aspettativa sulla proposta di revisione del bilancio europeo a lungo termine (2021-2027) perché nelle parole della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, avrebbe coinciso con la proposta di un Fondo di sovranità per finanziare la transizione verso un’industria a emissioni zero. Le aspettative sono rimaste particolarmente deluse.
La proposta è infine arrivata a metà giugno con la richiesta agli Stati a mobilitare quasi 66 miliardi di euro aggiuntivi per tre priorità di investimento (Ucraina, migrazione e industria) ma non è arrivato nessun nuovo e vero e proprio Fondo di sovranità per un’industria a emissioni zero. La nuova piattaforma è pensata per aggiungere finanziamenti a programmi europei esistenti, nell’ottica di dirottarne le risorse verso deep-tech, clean-tech e bio-tech: ovvero tecnologia profonda, pulita e biotecnologia. La Commissione europea ha respinto le accuse, spiegando che introdurre ex novo un nuovo Fondo avrebbe richiesto tempo, almeno diciotto mesi. E soprattutto che ‘Step’ sarà un precursore di un vero e proprio Fondo di Sovranità che verrà creato in futuro ma non prima della prossima legislatura. Come unica istituzione direttamente eletta dai cittadini, il Parlamento europeo condivide con il Consiglio Ue il potere di bilancio e controllo di bilancio, su cui di fatto ha l’ultima parola insieme agli Stati membri dell’Ue. In questo caso, sulla revisione di bilancio a lungo termine è difficile che si arrivi a un compromesso per alzare la quota di risorse previste dalla proposta della Commissione, dal momento che Bruxelles ha chiesto ai governi di aumentare il loro sostegno finanziario al bilancio comune.