Bruxelles – Logiche, dinamiche e tempi propri della democrazia, certo. Ma anche la necessità di procedere con la trasformazione del fondo salva-Stati Esm, impedita da un’Italia a cui si torna a chiedere conto. L’inserimento del Meccanismo europeo di stabilità nell’agenda dei lavori dell’Eurogruppo a Santiago de Compostela non è affatto casuale, e fonti ben informate non fanno che confermarlo. “Ci attendiamo che Giorgetti ci spieghi che succede e cosa succederà nei prossimi mesi”.
Che i partner europei dell’Italia si stiano spazientendo non è una novità. Più volte sono arrivati gli inviti a votare l’entrata in funzione di quell’accordo che consente di rafforzare l’unione bancaria concedendo nuove attribuzione al Mes. Adesso si intende fare nuova pressione. “Siamo consapevoli della sensibilità dell’argomento e abbiamo rispetto dell’iter parlamentare, ma auspichiamo una conclusione positiva quanto prima“. Fare in fretta, dunque. Ma soprattutto fare. “Vogliamo capire come il processo parlamentare sarà rilanciato“, ammettono fonti vicine al dossier.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è nei fatti sotto assedio anche se non è prevista una vera e propria discussione dell’argomento, più che altro perché “c’è l’impressione che non ci sia molto di nuovo da dire”. Allora perché pretendere questa informativa? Perché la pazienza non è infinita, e al titolare del Tesoro si vuole chiedere conto costringendolo a “spiegare quello che sta succedendo”.
Da un punto vista giuridico sarebbe impossibile escludere l’Italia dal Mes attuale, quello non riformato. E da un punto di vista politico “sarebbe l’ultima cosa che verrebbe in mente a chiunque”, viene spiegato a Bruxelles. Non c’è dunque alcuna intenzione di ritorsione nei confronti del governo. Però c’è una nomina in ballo, quella del prossimo presidente della Banca europea per gli investimenti. In corsa, oltre alla commissaria per la Concorrenza (al momento sospesa dalle funzioni), Margrethe Vestager, e la ministra delle Finanze spagnola, Nadia Calviño, anche Daniele Franco, ministro dell’Economia nel governo Draghi.
L’Italia rischia di perdere l’occasione di garantirsi la guida di un’istituzione europea per via di un impuntarsi che indispettisce sempre più. Formalmente spetta ai consiglieri della Bei decidere il presidente, ma l’indicazione politica arriva dal consiglio Ecofin, che si riunisce a Santiago de Compostela. L’Eurogruppo non è che un antipasto della riunione di tutti i ministri economici dei Ventisette, azionisti della Bei. Per Giorgetti la trasferta in terra galiziana rischia di non essere tra le più rilassanti.