Bruxelles – L’Italia rallenta, e ancora rallenterà. In un clima di generale frenata la Commissione europea rivede al ribasso la crescita del Paese, il cui Prodotto interno lordo ora si prevede aumenti dello 0,9 per cento nel 2023 e dello 0,8 per cento nel 2024. Le previsioni economiche d’estate tolgono al governo Meloni uno 0,3 per cento di crescita rispetto a quanto atteso solo a maggio scorso. Nel presentare i dati il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, ammette che “in Italia, la crescita nel secondo trimestre ha sorpreso al ribasso, con una contrazione dello 0,4 per cento, trainata dal calo della domanda interna”.
La performance tricolore dunque contiene elementi di maggiore debolezza rispetto a quanto ci si attendesse a Bruxelles. Anche perché la ripresa tedesca del prossimo anno non saprà trainare la ripartenza italiana che molto dall’economia della Germania dipende. Il componente italiano del collegio dei commissari comunque invita a non drammatizzare. “Non dobbiamo dare di queste previsioni un’interpretazione particolarmente negativa perché fanno parte di un contesto più ampio. Le previsioni di crescita per l’Italia sono più o meno in linea con quelle di Ue e dell’eurozona”.
Le cause del rallentamento italiano sono diverse, e Gentiloni ne elenca quattro. La prima è il calo della domanda interna, “che riguarda tutti i Paesi” e non solo l’Italia. La seconda è rappresentata dalla difficoltà dell’industria e la contemporanea difficoltà nei mercati globali, e questo incide soprattutto su economie come quelle italiane votate all’export. La terza ragione enunciata è “la stretta monetaria, che influisce sulla crescita di tutti i Paesi”. Infine l’eliminazione di misure straordinarie per rispondere alla crisi della pandemia ed energetica
Quanto a quest’ultimo elemento a frenare l’Italia sembra giocare un ruolo in particolare l’eliminazione del Superbonus. Perché, rilevano i tecnici di Bruxelles, dopo una ripresa nel primo trimestre del 2023, il Pil è diminuito dello 0,4 per cento su base trimestrale nel secondo trimestre, “trainato dal calo della domanda interna, in particolare degli investimenti nell’edilizia”. In questo, recita il documento della Commissione, “ha contribuito la graduale eliminazione degli incentivi straordinari e temporanei per le ristrutturazioni edilizie decisi durante la pandemia, che hanno spinto fortemente l’attività edilizia negli ultimi due anni”.
C’è dunque un fattore ‘fisiologico’. Perché, ricorda Gentiloni, “abbiamo sempre sollecitato tutti i governi a eliminare le misure straordinarie, e il Superbonus rientra in queste misure, che sono misure che nel medio periodo rendono difficile la riduzione dell’inflazione”.
Nel 2024 l’Italia sarà ultima tra le principali economie dell’eurozona per ritmo di crescita, rispetto alle altre (Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi e Polonia), l’unica sotto quota 1 per cento. Ma nulla è perduto. “Ho fiducia che l’economia italiana, come già fatto in altre occasioni, sappia reagire in modo positivo“, scandisce Gentiloni.