Bruxelles – Il meccanismo sembra finalmente oliato e il motore è partito. Dopo le polemiche sui numeri impietosi dei primi sei mesi, sono stati effettuati 2.808 ricollocamenti di persone migranti dai Paesi di primo approdo agli altri Paesi aderenti al meccanismo volontario di solidarietà Ue, siglato nel giugno 2022 e rinnovato lo scorso 25 maggio.
Un cambio di passo enorme: a dicembre 2022 erano stati portati a termine solamente 112 trasferimenti sugli 8 mila stabiliti. L’accordo sulla solidarietà volontaria, salutato come “storico” dalla commissaria Ue per gli Affari Interni, Ylva Johansson, ha toccato il fondo a inizio novembre, quando in seguito alla querelle diplomatica tra Italia e Francia sullo sbarco di 230 migranti salvati dalla nave Ocean Viking dell’ong Sos Mediterranée, Parigi ha minacciato il governo di Giorgia Meloni di sospendere i ricollocamenti e ha invitato tutti gli altri partecipanti a boicottare gli impegni presi con l’Italia.
È stata poi la Commissione Ue, con il Piano d’azione per il Mediterraneo centrale, ad annunciare di voler migliorare l’efficacia del meccanismo. Da lì la creazione di una “piattaforma di solidarietà” per coordinare l’attuazione degli impegni tra i 23 Stati aderenti (19 Paesi Ue e 4 associati), fino all’accordo di febbraio tra l’esecutivo comunitario e i 23 per procedure operative riviste e semplificate in modo da garantire una più rapida attuazione degli impegni. A quel punto, il meccanismo temporaneo, inizialmente previsto per un anno, era già prossimo alla scadenza. Il 25 maggio i Paesi partecipanti hanno concordato di prorogare il meccanismo oltre giugno 2023, con l’obiettivo di portare a termine gli impegni assunti finora. Impegni presi in carico soprattutto da Francia e Germania, che hanno dato la disponibilità rispettivamente ad accogliere 3,500 e 3,000 persone migranti dai Med5 (Italia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro).
Fonti europee riferiscono che in questi 15 mesi di accordo sarebbero state effettuate 76 operazioni di trasferimento verso Germania, Francia, Lussemburgo, Bulgaria, Romania, Finlandia, Portogallo, Norvegia, Irlanda e Croazia. Dall’Italia sono stati ricollocati 1.159 migranti, mentre il secondo maggior beneficiario è al momento Cipro con 1.090 trasferimenti. Rimangono molto contenuti i ricollocamenti da Grecia (296), Spagna (155) e Malta (108). Secondo quanto appreso da Eunews, nelle prossime settimane sarebbero attesi nuovi trasferimenti da tutti e cinque i Med5. In un’estate in cui solo sulle coste italiane sono arrivate più di 60 mila persone, non risolveranno certo il sovraccarico sulle strutture di prima accoglienza, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
La speranza è che il perfezionamento del meccanismo di redistribuzione volontaria sia l’anticamera di un definitivo accordo su una qualche forma di solidarietà obbligatoria tra i Paesi Ue. Nel Regolamento per la gestione dell’asilo e della migrazione (Ramm) del nuovo Patto per la migrazione e l’asilo, i 27 hanno per ora concordato su una solidarietà obbligatoria flessibile: ogni Paese sarebbe libero di scegliere se accogliere persone dai Paesi di primo arrivo o fornire un contributo finanziario per ogni persona migrante non ricollocata (all’incirca 20 mila euro). Il dossier si trova al momento ai triloghi, la fase di negoziazione tra le tre istituzioni europee: l’Eurocamera insiste perché la solidarietà obbligatoria – quantificata in 30 mila ricollocamenti all’anno nei Paesi Ue- sia per l’80 per cento una redistribuzione automatica, lasciando la possibilità di rifiutare i ricollocamenti e compensare con aiuti finanziari o attrezzature ai Paesi sotto pressione solo nel 20 per cento dei casi. Se così fosse, un meccanismo di redistribuzione già ben oliato sarebbe di grande utilità.