Bruxelles – Il Digital Markets Act ora è realtà e i prossimi sei mesi saranno decisivi per valutare se i grandi attori del mercato digitale saranno in grado di adeguarsi agli obblighi stabiliti dall’Unione Europea per la prima volta a livello globale. Dopo un periodo di scrutinio di 45 giorni la Commissione Europea ha designato oggi (6 settembre) sei gatekeeper che dovranno garantire il rispetto degli obblighi secondo la nuova legge comunitaria sui mercati digitali, al più tardi entro il 6 marzo 2024 “per ciascuno dei servizi di piattaforma principali da loro designati”.
Secondo la lista pubblicata dall’esecutivo comunitario, le sei piattaforme che hanno la capacità di controllare il mercato digitale secondo i criteri del Digital Markets Act sono Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft. Si tratta di piattaforme digitali che, secondo l’analisi dell’esecutivo comunitario, forniscono “un importante passaggio tra le imprese e i consumatori in relazione ai servizi di base della piattaforma”. L’unica esclusa – rispetto alla comunicazione arrivata lo scorso 4 luglio sul rispetto dei criteri del Digital Markets Act – è Samsung, dal momento in cui “ha fornito argomentazioni sufficientemente giustificate” che dimostrano come Samsung Internet Browser “non si qualifica come gateway per i rispettivi servizi della piattaforma principale”.
A essere identificati come gatekeeper nel Digital Markets Act sono tutte le piattaforme con un fatturato annuo di almeno 7,5 miliardi di euro all’interno dell’Ue negli ultimi tre anni, una valutazione di mercato superiore ai 75 miliardi di euro, almeno 45 milioni di utenti finali mensili e 10 mila utenti aziendali stabiliti nell’Ue. Tra gli altri criteri c’è anche il controllo di uno o più servizi di piattaforma di base in almeno tre Paesi membri dell’Unione. A proposito dei servizi di piattaforma essenziali, sono 22 quelli designati dalla Commissione Ue: compaiono social network (TikTok, Facebook, Instagram e LinkedIn), browser (Safari e Chrome), sistemi operativi (Google Android, iOs e Windows Pc Os), software per spazi pubblicitari (Google, Amazon e Meta), servizi di intermediazione (Google Maps, Google Play, Google Shopping, Amazon Marketplace, App Store e Meta Marketplace) e di messaggistica (WhatsApp e Messenger), ma anche Google Search (come motore di ricerca) e YouTube (come piattaforma di condivisione video).
Mentre Samsung Internet Browser – insieme a Gmail e Outlook.com – soddisfa le soglie previste dal Digital Markets Act ma non si qualifica come porta di accesso per i servizi della piattaforma (perciò sono stati tutti esclusi dalla lista), la Commissione Europea ha avviato quattro indagini di mercato per valutare “ulteriormente” alcune osservazioni di Microsoft e Apple. “Nonostante il rispetto delle soglie”, secondo le due aziende identificate come gatekeeper Bing, Edge e Microsoft Advertising (per Microsoft) e iMessage (per Apple) non si qualificherebbero come gateway. “Queste indagini mirano ad accertare se le confutazioni presentate dalle aziende, sufficientemente motivate, dimostrino che i servizi in questione non dovrebbero essere designati”. L’indagine dovrebbe essere completata entro un massimo di 5 mesi, mentre entro agosto 2024 dovrà esserne conclusa un’altra per “valutare ulteriormente se l’iPadOS di Apple debba essere designato come gatekeeper, nonostante non soddisfi le soglie”.
Quali sono gli obblighi secondo il Digital Markets Act
Entrata in vigore nel gennaio 2023 (con un periodo di adeguamento di sei mesi per l’applicazione su tutto il territorio comunitario) la legge sui mercati digitali specifica con precisione le caratteristiche non solo per identificare i ‘controllori’ dell’accesso al mercato digitale, ma anche i loro obblighi. I gatekeeper dovranno garantire il diritto degli utenti di disdire l’abbonamento ai servizi della piattaforma principale e l’interoperabilità delle funzionalità di base dei servizi di messaggistica istantanea. In altre parole, i più grandi servizi di messaggistica dovranno aprirsi all’interoperabilità con le piattaforme più piccole, dando agli utenti più scelta nello scambiarsi messaggi, inviare file o fare videochiamate attraverso le app di messaggistica. Dovrà poi essere garantito un “accesso equo” alle funzionalità degli smartphone agli sviluppatori di app e i venditori dovranno poter aver accesso ai propri dati sul marketing nelle piattaforme online. Ma soprattutto la Commissione Ue dovrà essere sempre informata sulle fusioni, per evitare le cosiddette killer acquisition, ovvero le acquisizioni di società emergenti da parte delle aziende che dominano il mercato digitale.
Quello che la legge sui mercati digitali vieta è pre-installare sul dispositivo determinate applicazioni software o richiedere agli sviluppatori di app di utilizzare determinati servizi per comparire negli app store, classificare più in alto i propri prodotti e servizi e riutilizzare i dati privati raccolti ai fini di un altro servizio. Dure le sanzioni in caso di violazione delle regole stabilite dal Digital Markets Act: multa fino al 10 per cento del fatturato globale e 20 per cento in caso di recidiva. Con una violazione della legge per almeno tre volte in otto anni, l’esecutivo Ue potrà aprire un’indagine di mercato. L’unica responsabile per l’applicazione del regolamento sarà proprio la Commissione Europea, con la possibilità affidata agli Stati membri di autorizzare le autorità nazionali della concorrenza ad avviare indagini su possibili infrazioni e a trasmettere le loro conclusioni all’esecutivo Ue.