Bruxelles – La capa dell’Antitrust Ue e della politica digitale comunitaria fa un passo indietro, almeno per il momento. La vicepresidente esecutiva della Commissione Europea, Margrethe Vestager, ha annunciato nel tardo pomeriggio di oggi (5 settembre) con un video su X di essere “ufficialmente candidata alla presidenza della Banca europea per gli investimenti” e per questo motivo “prenderò un congedo non retribuito dal mio lavoro alla Commissione Europea per focalizzarmi sulla mia candidatura”.
Era da qualche settimana che a Bruxelles si attendeva l’annuncio da parte di Vestager, dopo che lo scorso 20 giugno il governo danese aveva proposto la commissaria europea per la Concorrenza come candidata alla guida della Bei e la stessa vicepresidente esecutiva del gabinetto von der Leyen aveva confermato la sua disponibilità. Da oggi è ufficiale ed è per questo che al Berlaymont devono essere attivate tutte le procedure del caso per la sostituzione. Anche se – va chiarito – per il momento non è un addio, ma una pausa per le “prossime settimane”, come Vestager ha precisato nel video: “Stay tuned, vi terrò aggiornati”. La corsa per la presidenza del Comitato di gestione della Banca europea per gli investimenti è apertissima e, tra gli altri candidati, compaiono anche l’ex-ministro italiano dell’Economia Daniele Franco, e l’attuale ministra spagnola dell’Economia e dell’Impresa, Nadia Calviño, che a Bruxelles è considerata la vera favorita per ottenere l’incarico dopo lo scivolone di Vestager sulla tentata assegnazione del ruolo di capa-economista della direzione generale Concorrenza della Commissione alla statunitense Fiona Scott Morton.
Quelle della vicepresidente esecutiva Vestager non sono al momento dimissioni (lo diventeranno in caso di nomina a presidente della Bei) ma un congedo non retribuito “per la durata della campagna” di candidatura. Rimane così aperta la porta al ritorno al Berlaymont in caso di mancata riuscita della missione al Consiglio Economia e finanza (Ecofin) il prossimo 15-16 settembre a Santiago de Compostela, quando sarà indicata la successora o successore del tedesco Werner Hoyer. Dopo un confronto al vertice della Commissione, la presidente Ursula von der Leyen ha deciso di concedere l’aspettativa non retribuita, “sottolineando che durante tale periodo continuano ad applicarsi le disposizioni pertinenti dei Trattati e del Codice di condotta dei membri della Commissione”, si legge in una nota dell’esecutivo comunitario. In particolare secondo quanto previsto dagli articoli 245 e 246 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (Tfue), sul fatto che “i membri della Commissione si astengono da ogni atto incompatibile con il carattere delle loro funzioni” e “gli Stati membri rispettano la loro indipendenza e non cercano di influenzarli nell’adempimento dei loro compiti”.
Ma intanto nel gabinetto von der Leyen è tempo di una girandola di incarichi da ridistribuire, in attesa di scoprire se Vestager centrerà l’obiettivo della presidenza della Banca europea per gli investimenti. Durante il suo “periodo di ritiro temporaneo” il portafoglio della vicepresidente esecutiva sarà diviso in tre: quello della Concorrenza passerà al commissario per la Giustizia, Didier Reynders – “che riferirà direttamente al presidente per questa responsabilità” – quello della Politica digitale alla vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, e infine quello delll’Innovazione e la ricerca al vicepresidente per lo Stile di vita europeo, Margaritis Schinas, “temporaneamente, fino alla nomina di un nuovo membro della Commissione che sostituisca l’ex-commissaria Mariya Gabriel“.
Oltre a Vestager, gli addii alla Commissione Ue nel 2023
Perché il passo indietro di Vestager in effetti per qualche settimana complicherà le cose alla Commissione Europea. Proprio con le dimissioni (a tutti gli effetti, diversamente dalla collega danese) della commissaria Gabriel lo scorso 15 maggio – prima di diventare vicepremier e ministra degli Esteri in Bulgaria – era stato necessaria una redistribuzione degli incarichi al Berlaymont: alla vicepresidente esecutiva per il Digitale era toccato quello dell’innovazione e la ricerca, mentre a Schinas quello dell’Istruzione, cultura e gioventù. Per il momento il membro greco dell’esecutivo comunitario sarà responsabile di tutto il pacchetto, ma solo fino a quando non entrerà in carica la sostituta di Gabriel, che con tutta probabilità sarà la candidata bulgara scelta dalla presidente von der Leyen, Iliana Ivanova, proprio oggi presentatasi al Parlamento Europeo con le proprie priorità in qualità di commissaria designata per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù. Manca il via libera dei co-legislatori dell’Eurocamera e del Consiglio dell’Ue e poi almeno una tessera del puzzle potrà rientrare al suo posto.
A questo si aggiunge un altro addio di peso al vertice del gabinetto von der Leyen. Solo due settimane fa si è dimesso il vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal Europeo, Frans Timmermans, dopo essere stato scelto nei Paesi Bassi alla guida della coalizione formata dal partito di centrosinistra Partito del Lavoro e della Sinistra Verde GroenLinks in vista delle elezioni parlamentari del prossimo 22 novembre. Anche in questo caso von der Leyen ha diviso in due le deleghe di Timmermans, ma in maniera molto diversa rispetto a quanto fatto due mesi prima. L’incarico di responsabile per il Green Deal europeo è stato definitivamente assegnato al vicepresidente per le Relazioni interistituzionali, Maroš Šefčovič, il quale è stato nominato ad interim anche commissario per il Clima, fino alla nomina di un nuovo commissario olandese. La scelta della numero uno dell’esecutivo comunitario è caduta sul candidato presentato dal governo dei Paesi Bassi, l’attuale ministro degli Esteri Wopke Hoekstra, che ora – come Ivanova – è atteso in audizione di fronte ai co-legislatori per dare forma alla nuova squadra von der Leyen. Con l’incognita della vicepresidente Vestager, possibile futura presidente della Banca europea per gli investimenti.