Bruxelles – Con un trend così, all’Agenzia europea per l’Asilo prevedono oltre un milione di domande d’asilo in Ue (più Norvegia e Svizzera) entro la fine dell’anno. Solo nella prima metà del 2023 sono state 519 mila, in aumento del 28 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. Un dato che si avvicina in modo preoccupante a quello del periodo 2015-2016, quando alla fine dell’anno le richieste di protezione internazionale nei Paesi membri avevano raggiunto quota 1,2 milioni.
Il rapporto pubblicato oggi (5 settembre) dall’Euaa è una fotografia del peggioramento della situazione geopolitica internazionale, scattata con il punto di vista di chi fugge da regioni del mondo che vivono un periodo di forte crisi e insicurezza. Siriani, afgani, venezuelani, turchi e colombiani, i cinque principali richiedenti, rappresentano il 44 per cento di tutte le domande d’asilo. Dall’altra parte, è ancora la Germania il Paese Ue che ha ricevuto più richieste, 154.677 (il 30 per cento del totale), seguita da Spagna (86.786) e Francia (81.158). L’Italia, che nel 2023 ha già fornito prima accoglienza a oltre 110 mila persone migranti, è al quarto posto per richieste d’asilo, con 62.484 domande presentate.
La prima metà del 2023 ha visto anche un notevole incremento delle domande di asilo presentate da cittadini ivoriani e guineani, rispettivamente 9.300 e 8.700. Le richieste ivoriane sono più che raddoppiate , mentre quelle guineane sono aumentate del 60 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sebbene rappresentino nel loro insieme ancora solo il 3,5 per cento del totale, è un incremento significativo: Guinea e Costa d’Avorio fanno parte di quella macro-regione, tra il Sahel e il Golfo di Guinea, in cui negli ultimi anni si sono verificati una serie impressionante di colpi di stato militari. Guinea, Burkina Faso, Mali e poi Niger e Gabon: un’instabilità politica endemica che rischia di alimentare fortemente i flussi migratori verso l’Ue. È storicamente la Francia a ricevere la maggior parte delle domande d’asilo dai cittadini originari dell’Africa centro-occidentale, ma il rapporto dell’Euaa sottolinea che gran parte del recente aumento ha avuto luogo in Italia.
Aumentano le decisioni pendenti, sistemi d’accoglienza dei Paesi Ue sotto pressione
All’aumento di richiedenti asilo nei primi sei mesi dell’anno è corrisposto un incremento del 34 per cento rispetto al 2022 delle decisioni pendenti. Casi in attesa che si accumulano a quelli dell’anno precedente: il numero di casi in attesa di decisioni di prima istanza è arrivato a 682 mila, una cifra superata solo nel 2017. I 4 Paesi che si sobbarcano quasi il 70 per cento delle domande sono sotto fortissima pressione: 175 mila casi in attesa di decisione in Germania, 132 mila in Spagna e e 119 mila in Italia. Meglio la Francia, che secondo i dati dell’Euaa ha attualmente 48 mila decisioni pendenti.
Delle richieste già trattate, il 59 per cento ha avuto esito negativo. Al 22 per cento di chi ha già ricevuto risposta è stato concesso lo status di rifugiato, mentre il restante 19 per cento si è visto riconoscere uno status di protezione sussidiaria. A mettere a dura prova i sistemi nazionali di accoglienza, ci sono inoltre circa 4 milioni di ucraini in fuga dall’invasione russa che beneficiano attualmente della protezione temporanea.