Bruxelles – Oltre due ore e mezza di domande incalzanti e riposte chiarificatrici, di priorità elencate e criticità evidenziate. Si è svolta questa mattina (5 settembre) l’audizione del Parlamento Europeo alla nuova commissaria designata per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, Iliana Ivanova, attesa da due mesi per definire l’impegno politico e le competenze della candidata presentata dal governo bulgaro e nominata dalla presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, dopo le dimissioni rassegnate dalla connazionale Mariya Gabriel a metà maggio.
Dopo aver ricevuto le risposte scritte al questionario fornito a Ivanova dagli stessi eurodeputati e prima della decisione sul via libera all’incarico, le commissioni congiunte per l’Industria, la ricerca e l’energia (Itre) e per la Cultura e l’istruzione (Cult) dell’Eurocamera hanno avuto l’occasione di testare la possibile futura responsabile di un portafoglio cruciale per le ambizioni dell’Unione nel rimettersi al passo dei competitor internazionali sul fronte della ricerca e innovazione. Tre i punti principali nella presentazione orale delle priorità della candidata: ricerca e innovazione per la crescita, migliori possibilità per le competenze e ruolo della cultura e dello sport per la coesione sociale. Ma ad attrarre principalmente l’interesse degli eurodeputati sono state le linee definite sulle questioni di bilancio. “Mi impegnerò a difendere con forza il bilancio di Horizon Europe nel suo stanziamento a favore degli obiettivi dello stesso programma”, ha assicurato Ivanova. “C’è tanta pressione su tutti i bilanci, capisco le preoccupazioni”, ma per la commissaria designata è possibile “fare molto con le risorse esistenti”, superando la “scarsa comunicazione o cooperazione tra programmi” che impediscono di “sfruttare appieno” le potenzialità nell’innovazione. Per esempio “possiamo creare ottime sinergie tra Horizon Europe e Recovery and Resilience Facility”, così come con i fondi di Coesione.
A proposito di bilancio, Ivanova ha messo in chiaro che oltre al quadro finanziario pluriennale 2021-2027, “servono anche leve significative con partenariati e sinergie globali sull’innovazione per il futuro verde e digitale dell’Ue”. C’è da recuperare un gap con i competitor globali, da cui dipende la “capacità di affrontare le sfide future”. Perché, nonostante l’Europa sia “una potenza scientifica” con i suoi “migliori ricercatori e innovatori al mondo”, il panorama generale è frammentato e gli obiettivi di Horizon Europe “sono ancora sotto il target del 3 per cento del Pil”. Se confermata come commissaria europea, la candidata bulgara promette di “utilizzare al meglio ogni singolo euro disponibile”, anche se “il bilancio pluriennale non può essere l’unico strumento per coprire le crisi, dobbiamo attrarre investimenti“. In questo discorso si inseriscono anche le sfide legate al Green Deal europeo, su cui serve “estrema prudenza” e attenzione sull’attuazione degli obiettivi climatici in Horizon Europe: “Siamo al 24 per cento e dobbiamo arrivare al 35 entro i tempi prestabiliti”. L’impegno della commissaria designata è quello di garantire non solo che “tutti gli obiettivi siano mantenuti”, ma anche che “ci siano le metodologie adeguate a questo scopo, serve trasparenza per misurare i traguardi”.
C’è poi la questione della coesione sociale, a partire da un’altra iniziativa che riguarda il Green Deal. “Se sarò nominata, farò sì che si integrino tutte le iniziative locali”, ha promesso Ivanova, facendo riferimento al Nuovo Bauhaus europeo che “riunisce le organizzazioni partner e gli innovatori locali sulla messa a terra di progetti per migliorare la nostra vita quotidiana”. Servirà investire nelle competenze e nell’istruzione “per avvalerci del potenziale” dei cittadini europei, ma cambiando il paradigma: “Dobbiamo aprirci all’uguaglianza di genere per attrarre più ragazze a partecipare ai nostri programmi, mi impegnerò a tenere la partecipazione femminile come priorità“. Lo spazio europeo dell’istruzione sarà un focus di importanza “assoluta”, considerato il crescente “allarme per l’abbassamento competenze di base”, che dovrà essere affrontato con gli strumenti migliori nell’arsenale Ue: “Erasmus+ è lo strumento più emblematico e di successo, che suscita entusiasmo per l’integrazione europea”. Prima interlocutrice sarà l’Ucraina, a cui è rivolta già una promessa: “Garantirò la messa a punto e l’organizzazione di un ufficio Ue a Kiev per Horizon Europe e un hub per l’informatica, fondamentale per sostenerne la ripresa”. Parola di Ivanova, commissaria designata che vuole diventare “guardiana di investimenti efficaci” nell’innovazione dell’Unione Europea.
Chi è la commissaria designata Ivanova
Ivanova è stata membro del Parlamento Europeo dal 2009 al 2012, ricoprendo allora la carica di vicepresidente della commissione per il Controllo del bilancio e della commissione speciale sulla Crisi economica, finanziaria e sociale. Negli ultimi dieci anni è stata membro della Corte dei conti europea, relatrice per la dichiarazione di affidabilità annuale relativa alla rubrica del Quadro finanziario pluriennale “Coesione economica, sociale e territoriale” e una serie di audit di performance relativi ai Fondi strutturali e di investimento europei (Esif). “La sua esperienza è fondamentale per portare avanti l’attuazione del programma di ricerca Horizon Europe, per migliorare le prestazioni della spesa per la ricerca dell’Ue e ottenere un migliore impatto sul territorio”, ha anticipato la presidente della Commissione von der Leyen, dopo aver sciolto le riserve al termine del colloquio con i due candidati presentati dal governo di Sofia (l’altro era il membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa Daniel Lorer).
Il cambio di guardia al Berlaymont per il portafoglio dell’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù è iniziato lo scorso 15 maggio, quando l’allora commissaria Gabriel ha rassegnato le dimissioni dopo quasi sei anni di servizio. La decisione è arrivata dopo aver accettato pochi giorni prima l’incarico di prima ministra designata da parte del partito conservatore Gerb (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria), in vista di un complicatissimo negoziato con il partito liberale e anti-corruzione Continuiamo il cambiamento – Bulgaria Democratica per la formazione del governo a Sofia. Trattativa che ha rischiato seriamente di fallire fino all’ultimo minuto, prima dell’accordo in extremis raggiunto il 22 maggio. Grazie all’intesa tra i due partiti è nato un governo che prevederà una rotazione a metà mandato: per i primi nove mesi Gabriel sarà vicepremier e ministra degli Esteri e Nikolai Denkov primo ministro, da marzo 2024 il contrario.
Dopo le dimissioni rassegnate dalla commissaria Gabriel il suo portafoglio di competenze è stato spacchettato tra la vicepresidente esecutiva responsabile per il Digitale, Margrethe Vestager (Innovazione e ricerca) e il vicepresidente per lo Stile di vita europeo, Margaritis Schinas (Istruzione, cultura e gioventù), in attesa della nomina di un nuovo membro designata dal governo bulgaro in carica. L’iter in questo caso segue le stesse regole di inizio mandato: il governo nazionale propone il nome, che deve essere approvato dal Consiglio in accordo con la presidenza della Commissione, previa consultazione con il Parlamento. Sfumato subito invece l’altro scenario: “Il Consiglio, deliberando all’unanimità su proposta del presidente della Commissione, può decidere che tale posto divenuto vacante non deve essere coperto, in particolare se la restante durata del mandato è breve“, recita l’articolo 246 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (Tfue). Alla fine del mandato del gabinetto von der Leyen manca comunque poco più di un anno ed è per questo motivo che la numero uno della Commissione ha deciso che fosse necessario integrare un membro con pieni poteri, invece di sovraccaricare i due vicepresidenti e mantenere diviso il portafoglio dell’ex-commissaria.