Bruxelles – Nell’ultimo giorno utile la richiesta da Lubiana è arrivata a Bruxelles per far iniziare l’iter di esborso dei fondi Ue cruciali per la ricostruzione post-alluvione. La Slovenia ha completato in 15 giorni tutto il lavoro necessario per stilare un piano aggiuntivo dedicato alla ricostruzione e all’adattamento al clima nel contesto del Next Generation Eu e ha inviato alla Commissione Ue la domanda di esborso di 2,6 miliardi di euro in prestiti, più di un terzo del pacchetto di sostegno finanziario che l’Unione potrà mettere in campo per aiutare il Paese membro a riprendersi dalle conseguenze delle inondazioni che l’hanno colpito a inizio mese di agosto.
Come confermato a Eunews dai portavoce dell’esecutivo comunitario, la domanda di Lubiana per i prestiti dal Next Generation Eu è stata ricevuta il 31 agosto, “in linea con la scadenza del regolamento Recovery and Resilience Facility” e ora potrà essere processata dai servizi della Commissione. A dare notizia dell’arrivo imminente della domanda slovena era stata mercoledì scorso (30 agosto) la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al termine di una telefonata con il primo ministro della Slovenia, Robert Golob. Durante la conversazione era stato discusso lo stato delle richieste per la ricostruzione dopo le alluvioni: oltre ai fondi “nuovi, non programmati e potenzialmente accessibili” del Next Generation Eu – per cui era stata istituita una task force apposita tra le autorità slovene e funzionari Ue sui requisiti amministrativi – Bruxelles e Lubiana stanno “lavorando insieme alla richiesta del Fondo di Solidarietà” ed è anche “in arrivo la riprogrammazione dei Fondi di coesione” e la “richiesta della riserva di crisi agricola“, ha reso noto la numero uno della Commissione.
Era stata la stessa presidente von der Leyen a definire a Lubiana il supporto che la Slovenia potrà ricevere dal budget Ue e le tempistiche necessarie per l’esborso da parte dell’esecutivo comunitario, nel corso della sua visita alle zone devastate dall’alluvione di inizio mese. Complessivamente il governo sloveno potrà fare richiesta per un totale di 6,3 miliardi di euro mobilitabili sia per le necessità immediate sia di medio e lungo termine. Il pacchetto di tre pilastri è composto 2,6 miliardi di euro ancora da richiedere dal Next Generation Eu, 3,3 miliardi di euro fino al 2027 dai Fondi di coesione riprogrammabili e 400 milioni di euro dal Fondo di solidarietà, di cui 100 milioni già quest’anno e 300 milioni nel 2024. “Troveremo tutti i modi possibili per essere all’altezza della proverbiale solidarietà della Slovenia”, aveva messo in chiaro von der Leyen in un punto stampa con il premier sloveno Golob, definendo quanto accaduto nel Paese “una tragedia nazionale ed europea“.
I fondi Ue per i disastri naturali in Slovenia e oltre
Quelli per cui la Slovenia sta facendo richiesta di esborso o riprogrammazione sono tutti i fondi con cui l’Unione può fornire una risposta a livello finanziario alle conseguenze dei disastri naturali nei suoi Paesi membri. Il più ambito è il Fondo di solidarietà, ovvero un dispositivo che permette di mobilitare fino a 500 milioni di euro all’anno – oltre ai fondi non spesi dell’anno precedente – per coprire parte dei costi per la ricostruzione. Gli Stati membri colpiti da disastri naturali possono richiederne l’attivazione alla Commissione entro 12 settimane dalla data dei primi danni rilevati, allegando alla domanda una stima dei danni. Questo dispositivo ammette interventi d’emergenza come il “ripristino immediato del funzionamento delle infrastrutture nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell’istruzione”. Dalla sua attivazione nel 2002 quasi un terzo degli 8,2 miliardi di euro complessivi – circa 3 miliardi – sono stati destinati all’Italia (per la Slovenia al momento 48 milioni di euro). Nel quadro della revisione del bilancio pluriennale Ue 2021-2027, l’esecutivo comunitario ha proposto di aumentare gli stanziamenti per il Fondo di solidarietà europeo di 2,5 miliardi di euro, ma per il Parlamento Europeo è necessario fare di più.
A questi si sommano i fondi di Coesione e i fondi del Next Generation Eu, oltre alla riserva di crisi agricola europea utilizzata specificamente per aiutare gli agricoltori che hanno perso bestiame, raccolti e macchinari dopo un disastro naturale. Per quanto riguarda i fondi di Coesione, nel quadro del bilancio 2021-2027 sono previsti capitoli specifici che riguardano la preparazione a disastri naturali come alluvioni e incendi: la Slovenia può contare su quasi 10 milioni di euro “e anche per gli altri Stati membri sono previste cifre considerevoli”, avevano precisato alla stampa europea i portavoce della Commissione. Inoltre per i Paesi membri è possibile ri-orientare gli stanziamenti già presentati a Bruxelles con un nuovo piano motivato. Per quanto riguarda il Next Generation Eu, i Ventisette hanno potuto sia programmare stanziamenti per la prevenzione di inondazioni, terremoti e incendi e il rafforzamento delle infrastrutture, sia prevedere un margine per finanziare piani d’emergenza. Il fondo da 750 miliardi di euro prevede inoltre – oltre a quelli del bilancio 2021-2027 – finanziamenti aggiuntivi da 1,9 miliardi di euro per la riserva rescEu che potenzia le componenti della gestione del rischio di catastrofi e disastri naturali.