dall’inviato a Verona – Il primo gradino di una storia che ha iniziato a scriversi nel cuore dell’anfiteatro romano più celebre del mondo. All’Arena di Verona, indiscusso centro propulsivo della cultura nella città scaligera, il Teatro alla Scala ha celebrato il centenario dell’Opera Festival con un concerto inedito pronto a riverberarsi in tutta Europa. Sotto la guida del direttore musicale Riccardo Chailly e del maestro del coro Alberto Malazzi, l’Orchestra e il Coro del più rinomato teatro italiano hanno fatto il loro debutto all’Arena per aprire la tournée europea in programma fino al 12 settembre. Un concerto interamente dedicato a Giuseppe Verdi e forse non poteva essere altrimenti per questa prima assoluta: celebrare il fil rouge che lega le due istituzioni culturali facendo risuonare nell’anfiteatro areniano solo la musica e il canto verdiano per mezzo di interpreti impeccabili.
L’atmosfera del 31 agosto all’Arena di Verona è quella delle grandi occasioni, con la direttrice artistica e sovrintendente della Fondazione Arena di Verona, Cecilia Gasdia, a fare gli onori di casa agli ospiti arrivati da Milano: “È una grande istituzione lirico-sinfonica che rappresenta una delle eccellenze per cui l’Italia è più nota nel mondo“, è stata l’accoglienza calorosa all’omologo del Teatro alla Scala, Dominique Meyer, e al Maestro Chailly. Un concerto che ha portato in scena alcune delle pagine più rappresentative del percorso corale compiuto da Verdi, tra movimenti di opere ormai ben noti ai frequentatori più o meno assidui della stagione lirica areniana – Aida, Nabucco, Trovatore – e altri che negli ultimi decenni non hanno più trovato spazio – I Lombardi alla prima crociata, MacBeth, Ernani, La forza del destino, Don Carlos.
Il debutto assoluto del Teatro alla Scala all’Arena di Verona si apre con l’energia della ‘Sinfonia’ di Nabucco, mentre l’illuminazione dell’anfiteatro si proietta in cielo per ‘Va’, pensiero, sull’ali dorate’ a ricreare una sorta di cupola bianca luminosa che ricorda la dimora artistica dei musicisti e cantanti milanesi. Dopo le note trionfali de I Lombardi alla prima crociata, la luna fa capolino dai gradoni più alti dell’Arena per il suggestivo ‘Preludio’ di Ernani, opera che guida la transizione da una parte all’altra del Mediterraneo, fino ad approdare al frizzante Don Carlos e al suo pomposo “Onor al re”. La ripresa dopo l’intervallo è uno scandirsi di movimenti che mostrano tutta la qualità della Scala diretta da Chailly: dalla tragicità quasi leggera di MacBeth alla maestosità malinconica de Il Trovatore, fino alla forza travolgente de La forza del destino e il suo ‘Nella guerra è la follia’ tragicamente attuale in questo periodo storico. Inevitabile la chiusura con ‘Gloria all’Egitto, ad Iside’ dell’Aida, con le luci a danzare nel cielo per accompagnare le trombe nel movimento che è diventato il sinonimo dell’Arena in tutto mondo. Un esordio senza sbavature per aprire la tournée che porterà Orchestra e Coro del Teatro alla Scala in otto città europee – tra cui a Bruxelles il 9 settembre, a Bozar – prima del gran finale il 12 settembre al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi.
Il centenario dell’Opera Festival all’Arena di Verona
Il sipario sulla centesima edizione dell’Opera Festival si è aperto il 16 giugno con l’Aida, la più celebre opera in quattro atti di Verdi. Proprio come la prima rappresentazione lirica all’Arena di Verona del 10 agosto 1913, promossa dal tenore veronese Giovanni Zenatello e dall’impresario teatrale Ottone Rovato per celebrare il centenario della nascita del compositore parmigiano. Cinquanta serate fino al 9 di settembre – la chiusura sarà affidata a un altro grande classico di Verdi, La Traviata – con 8 titoli d’opera, 4 serate di gala, un balletto e un concerto straordinario, quello di ieri sera appunto. Centesima edizione dell’Opera Festival non significa però centenario dalla prima edizione del ’13, a causa di tre interruzioni in un secolo che hanno fatto slittare l’appuntamento con la storia: durante la prima guerra mondiale (le edizioni tra il 1915 e il 1918), durante la seconda guerra mondiale (quelle tra il 1940 e il 1945) e infine per la pandemia Covid-19 nel 2020 (al suo posto era andato in scena il concerto Nel cuore della musica dedicato agli operatori sanitari).
Era stata proprio la direttrice artistica Gasdia a definire quella di quest’anno “una stagione straordinaria”, quando a fine maggio aveva presentato nei saloni del Parlamento Europeo il concerto L’Arena di Verona – Un’emozione europea, con il patrocinio della presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola. La celebrazione dei cent’anni del “primo made in Italy nella storia dell’uomo” era stata l’occasione per tracciare il parallelismo con “l’essenza stessa dell’Ue, quella di abbattere muri ed essere uniti“, come aveva voluto sottolineare la numero uno dell’istituzione comunitaria, dando spazio a un concerto che già anticipava le arie più celebri di alcune tra le opere che sarebbero poi andate in scena all’Arena di Verona nel corso dell’estate: Tosca, Rigoletto, Aida, Nabucco, “storie di eroismo che l’Arena rende indimenticabili” e che evidenziano le connessioni tra “veronesi, italiani ed europei”. Perché “la musica non conosce confini, è accessibile a tutti quelli che vogliono ascoltare“, aveva ricordato Metsola. La stagione areniana, ancora una volta, l’ha dimostrato con una lunga serie di serate da tutto esaurito e l’enorme calore del pubblico, italiano e internazionale. Da questo entusiasmo e queste promesse prende ora il via la tournée europea del Teatro alla Scala, tutta in discesa dopo l’impeccabile debutto assoluto nell’anfiteatro più famoso di tutto il mondo.