Bruxelles – La transizione ecologica può divenire realtà, a patto che si completi quell’assetto istituzionale che l’Europa vede ancora in sospeso. Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea prossimo alla smobilitazione per l’insediamento alla testa della Banca d’Italia (dall’1 novembre, ndr), va dritto al punto. Ci sono “due punti ciechi critici” nell’Ue di oggi: un’unione dei mercati dei capitali di realizzare, e “la mancanza di un’unione bancaria completa, che limita le banche europee a operare in uno o solo pochi mercati nazionali”.
Sottolineature, messe nere su bianco nel blog della Bce, che se richiamano tutti i governi alle proprie responsabilità, ne chiama uno su tutti, quello italiano, alle proprie. Un’unione bancaria completa a oggi non è possibile perché mancano almeno due tasselli: lo schema europeo di garanzia sui depositi bancari (Edis), su cui gli Stati continuano a non trovare alcuna quadra, e la ratifica del trattato di riforma del Mes, che darebbe al fondo salva-Stati maggiori poteri per le risoluzioni delle crisi di liquidità e l’eventuale fallimento dell’istituto non più sostenibile.
Panetta, che dall’attuale esecutivo italiano ha ricevuto nomina e investitura per assumere le redini di Bankitalia, non intende andare allo scontro con Giorgia Meloni e la sua compagine di governo, né vuole rivolgere critiche. Si limita a constatazioni di fatto, nell’ambito di agende a dodici stelle che richiedono cambi di passo di non poco conto.
“Le banche svolgono un ruolo cruciale nel funzionamento di tutti i principali mercati dei capitali”, ricorda Panetta. Ma senza un’unione bancaria forte e completa le banche si trovano a capacità ridotta e limitata. Sono le banche che, ricorda, “operano, e spesso hanno un ruolo di primo piano, in segmenti cruciali come la sottoscrizione e la negoziazione di obbligazioni”. Non un riferimento casuale. In questo momento “l’Europa ha un ruolo di primo piano in alcuni segmenti di mercato, come quello dei green bond”, che però “rimane di nicchia, rappresentando meno del 3 per cento del mercato obbligazionario globale”. Se l’Europa degli Stati non agisce per tempo, questa piccola leadership viene rimessa in discussione, e su questo Panetta vuole essere chiaro.
“Con l’accelerazione della transizione verde, il ‘vantaggio verde’ dell’Europa” rappresentato dalla quota di mercato dei green bond “potrebbe svanire se non facciamo progressi con l’Unione dei mercati dei capitali”. Serve una riforma celere e completa, visto che “ci sono segnali che il mercato europeo dei green bond sta diventando sempre più frammentato, indicando una mancanza di standard comuni e ostacoli agli investimenti transfrontalieri”.
L’Ue e la sua eurozona rischiano di perdere la partita della sostenibilità a causa delle proprie incompiutezze. Da eliminare, per il bene del Green Deal, delle ambizioni dell’Ue, e in nome di quel capitale privato mancante e pur necessario da reperire. Il punto, spiega ancora Panetta, è che la doppia transizione è impegnativa. “I finanziamenti azionari e le forme specializzate di investimento, come il capitale di rischio, sono in genere più adatti dei finanziamenti tramite debito per il finanziamento dell’innovazione, poiché tali progetti spesso comportano elevati livelli di rischio e rendimenti incerti, rendendo difficile l’impegno a ripagare regolarmente il debito”.
Ne risulta che per rassicurare i privati “c’è un’urgente necessità che l’unione dei mercati dei capitali integri i canali bancari tradizionali nel finanziare l’innovazione vitale per la crescita futura dell’Europa, in particolare nei settori dell’energia e della tecnologia”, quest’ultima chiave per lo sviluppo dell’industria del green-tech. Ma unione dei mercati dei capitale e unione bancaria sono l’una il pre-requisito dell’altra. Non si può avere una sola di esse, servono entrambe. Il richiamo implicito e velato sul Mes riaccende dunque una volta di più la luce dei riflettori su Roma e su palazzo Chigi, dove la presidente del Consiglio per ora tiene il punto. Un ‘no’ che rischia penalizzare tutti, Italia compresa.