Bruxelles – Per l’uscente premier olandese Mark Rutte dovrebbe essere l’attuale ministro degli Esteri, Wopke Hoekstra, a sostituire Frans Timmermans nel ruolo di commissario europeo dai Paesi Bassi per il clima. Dopo le indiscrezioni di ieri del Financial Times, la conferma che Rutte ha indicato il nome del suo capo degli Esteri per guidare l’azione climatica dell’Ue è arrivata nel primo pomeriggio di oggi (25 agosto) dalla portavoce dell’esecutivo comunitario, Dana Spinant, che attraverso il suo canale X ha fatto sapere che il tradizionale colloquio tra il candidato commissario e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si terrà martedì 29 agosto.
The Dutch government has informed the @EU_Commission that it proposes Foreign Minister Wopke Hoekstra as candidate for European Commissioner from Netherlands.
President Ursula @vonderleyen will interview him on Tuesday.
— Dana Spinant (@DanaSpinant) August 25, 2023
47enne e attuale ministro degli Esteri del governo Rutte, Hoekstra è esponente dei conservatori liberali del partito Appello Cristiano Democratico (CDA), che a Bruxelles è membro del Partito popolare europeo, di centrodestra. Il gruppo è lo stesso di von der Leyen, ma è un segnale di discontinuità con Timmermans che appartiene invece alla famiglia dei Socialisti & Democratici. E questo potrebbe essere un problema non da poco.
Come tutti i candidati a diventare commissari, – anche se di fronte a lui si prospetta poco più di un anno di legislatura – le regole impongono che per essere nominato formalmente debba ‘superare’ un’audizione al Parlamento europeo, a cui partecipano una o più commissioni parlamentari competenti per il portafoglio, dopo aver risposto a un questionario scritto e presentato la propria dichiarazione di interessi. La Commissione deve ottenere l’approvazione del Parlamento a maggioranza dei voti espressi prima che i candidati possano essere nominati dal Consiglio europeo.
Già prima della conferma da parte di Palazzo Berlaymont, le indiscrezioni sul nome hanno suscitato le critiche del gruppo S&D al Parlamento europeo che in una nota ha chiarito che ancora non c’è nulla di deciso e che il portafoglio di Timmermans del clima dovrebbe rimanere nella famiglia dei Socialdemocratici. “Sullo sfondo delle recenti manovre ciniche e populiste del PPE conservatore per annacquare il Green Deal e far deragliare documenti legislativi chiave come la legge sul ripristino della natura, è fondamentale per il nostro Gruppo che il portafoglio sul clima rimanga nelle mani dei socialisti”.
Sono in molti in queste ore a definirlo ‘falco olandese’ perché come ministro delle Finanze tra il 2017 e il 2022, Hoekstra è stato tra i sostenitori di regole di bilancio più rigide, contro cui si sono battuti Paesi del Sud Europa come Italia e Grecia. Quanto al portafoglio del successore di Timmermans, ancora non è chiaro quanto grande sarà e se manterrà la sola priorità dell’azione per il clima. Timmermans era il vicepresidente esecutivo con la delega al Green Deal e commissario per l’azione per il clima. Accettando le dimissioni dell’olandese, von der Leyen ha ‘spacchettato’ le sue competenze, scegliendo di assegnare il ruolo di vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo al vicepresidente per le relazioni interistituzionali, Maroš Šefčovič, al quale andrà solo temporaneamente anche la responsabilità del portafoglio per la politica di azione per il clima fino alla nomina di un nuovo commissario proveniente dai Paesi Bassi (il collegio si compone di un membro per ciascuno Stato membro).
Tutto lascia pensare quindi che la delega al Green Deal rimarrà nelle mani di Sefcovic fino alla fine della legislatura, mentre al nuovo commissario andrà solo la competenza per l’azione del clima (che sul piano internazionale avrà un grande peso, dovendo rappresentare Bruxelles nei negoziati alla prossima COP28 che si terrà negli Emirati Arabi dal 30 novembre al 12 dicembre). La Commissione ancora non conferma e spiega solo che il portafoglio del prossimo commissario olandese dipenderà dal “suo profilo e dalle sue qualifiche”, che emergeranno dal colloquio di martedì con von der Leyen.