Bruxelles – Euro7: nessuna marcia indietro, almeno per ora. La Commissione europea tira dritto sugli standard Euro7 per auto e furgoni, nonostante le critiche mosse dall’Italia e da altri Stati membri (Germania, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania e Portogallo) che si scagliano contro la proposta di Bruxelles. A detta della Commissione europea, la proposta di regolamento sugli Euro 7 “è lo strumento legislativo più appropriato per affrontare le emissioni di microplastica derivanti dall’abrasione dei pneumatici”, ha osservato il commissario europeo al mercato interno, Thierry Breton, in una risposta a un’interrogazione parlamentare di un gruppo di eurodeputati liberali di Renew Europe che chiedevano conto alla Commissione delle future proposte dell’Ue contro le microplastiche, a lungo rimandate e su cui al momento non ci sono date certe.
La proposta sui nuovi standard Euro7 è stata avanzata da Bruxelles a novembre dello scorso anno, proponendo di rendere i test sulle emissioni dei veicoli più coerenti con le condizioni di guida reali e di fissare limiti alle emissioni di particolato causate dall’usura di freni e pneumatici (che, secondo Bruxelles, stanno per diventare le principali fonti di emissioni di particolato dai veicoli), con l’obiettivo di ridurre entro il 2035 le emissioni di ossido di azoto (NOx) di auto e veicoli commerciali leggeri del 35 per cento rispetto al precedente standard Euro 6. Gli standard di emissione Euro7 introducono dunque limiti più ambiziosi per gli inquinanti atmosferici, ma non riguardano le emissioni di CO2 che invece sono regolate dal regolamento sull’addio alla vendita delle auto e dei furgoni con motore a combustione interna, diesel e benzina, dal 2035.
La proposta però è bersaglio politico di un gruppo di Stati membri ridotto ma del peso politico della Germania e dell’Italia, che nei mesi scorsi si sono riuniti nel formato ministeriale per alzare la voce contro la proposta e rimandarne i lavori legislativi. Ma la Commissione sembra intenzionata a portare avanti il dossier, nonostante le critiche. E anzi il commissario Breton ha poi ricordato che “spetta ora ai colegislatori adottare rapidamente la norma Euro7 e conferire alla Commissione il potere di definire i limiti di abrasione dei pneumatici Euro7 senza” quelli che definisce “inutili ritardi”.
Secondo questo regolamento proposto dalla Commissione, ricorda Breton nella sua risposta, “gli pneumatici dovrebbero soddisfare determinati limiti di abrasione per essere ammessi sul mercato dell’Ue. La Commissione ha proposto di sviluppare tali limiti di abrasione sulla base del lavoro della task force sull’abrasione dei pneumatici (TFTA) della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, copresieduta dalla Commissione e dalla Francia. Il lavoro tecnico sta procedendo in modo soddisfacente e secondo il calendario previsto in tale contesto”. Secondo i suoi detrattori, la proposta è controproducente ed è necessario modificarla nei prossimi mesi dal momento che richiede agli Stati azioni difficilmente praticabili. L’altro rischio secondo i Paesi contrari è che l’aumento dei costi delle auto potrebbe “rallentare l’aggiornamento delle flotte auto che invece è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale. L’Italia tra altri Paesi sta spingendo per rallentarne l’approvazione in seno al Consiglio.