Bruxelles – Orientamenti comuni ai Ventisette per dispiegare sul territorio dell’Unione i piccoli reattori modulari nucleari, ovvero reattori nucleari più piccoli, sia in termini di potenza che di dimensioni fisiche, rispetto a quelli tradizionali su scala gigawatt, che rappresentano lo sviluppo di tecnologia nucleare di nuova generazione. Questa tipologia di reattori utilizza reazioni di fissione nucleare per creare calore che può essere utilizzato direttamente o per generare elettricità e la Commissione europea li considera un’opzione promettente per sostituire le vecchie centrali a carbone e per integrare la penetrazione delle energie rinnovabili.
A evocare la necessità di regole comuni a livello comunitario era stata la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, al termine di un Consiglio dei ministri Ue dell’energia a marzo, prendendo atto del fatto che, pur rimanendo una scelta nazionale avere o non avere il nucleare nel proprio mix energetico, diversi Stati membri Ue hanno mostrato di avere di nuovo interesse rispetto all’installazione di nuovi impianti nucleari, anche perché buona parte del parco nucleare in Europa è relativamente vecchio.
E aveva assicurato che da parte della Commissione europea sarebbe arrivata una proposta per delle misure che fossero allineate. Sembra però che l’attuale Commissione a guida Ursula von der Leyen – ormai agli sgoccioli della legislatura – non sia intenzionata a fare progressi prima delle elezioni del 6-9 giugno 2024, dunque rimandando il compito alla futura Commissione che si insedierà a fine 2024. Se passi avanti non ci saranno in termini legislativi, sarà per lo più il mondo industriale a farli, con il sostegno della Commissione europea. Bruxelles dovrebbe sostenere l’iniziativa dell’industria per lanciare un partenariato europeo per i piccoli reattori modulari entro la fine del 2023, con l’obiettivo di rendere operativi i primi impianti all’inizio del prossimo decennio. “Osserviamo un crescente interesse per le tecnologie dei reattori nucleari nuovi e avanzati, in particolare i piccoli reattori modulari (SMR), sia a livello mondiale che nell’Ue” e anche la Commissione ritiene che i piccoli reattori nucleari “siano tecnologie che possono contribuire in particolare alla decarbonizzazione di alcuni settori difficili da decarbonizzare, come il riscaldamento”, ha riferito a Eunews un portavoce dell’esecutivo comunitario, in merito ai piani della Commissione sul nucleare di nuova generazione.
Entro fine anno dovrebbe essere lanciato il partenariato dell’industria, ma allo stesso tempo anche il Parlamento europeo sta portando avanti un lavoro per una relazione di iniziativa sui piccoli reattori modulari. A stabilirlo è stata la conferenza dei presidenti dei gruppi politici all’inizio di luglio, assegnando all’eurodeputato sloveno del Ppe, Franc Bogovič, il ruolo di relatore del progetto. La relazione di iniziativa non è un testo vincolante dal punto di vista legislativo, ma è un modo che gli eurodeputati hanno per accendere un faro sulla questione e far capire alla Commissione che il dossier conta. Il testo dell’iniziativa dovrebbe essere discusso per la prima volta in commissione Industria, Ricerca ed Energia (Itre) del Parlamento europeo il 7 settembre.
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