Bruxelles – Missione completata, con largo anticipo rispetto alla data limite. La media europea del livello di riempimento degli stoccaggi di gas ha già raggiunto l’obiettivo del 90 per cento stabilito lo scorso anno dalle istituzioni comunitarie, con soli sei Paesi membri che si trovano ancora sotto quota. Ma ci sono più di due mesi di tempo per recuperare e l’esperienza dello scorso anno insegna che i mesi di settembre e ottobre sono decisivi per raggiungere il target minimo fissato dal piano RePowerEu.
Secondo l’ultimo aggiornamento del portale Gie Agsi (Aggregated Gas Storage Inventory) del 16 agosto la media degli stoccaggi di gas dei Ventisette ha raggiunto il 90,12 per cento – per la prima volta dal 6 dicembre dello scorso anno – in anticipo di 75 giorni rispetto alla data stabilita dal Regolamento sugli stoccaggi di gas del piano RePowerEu, il primo novembre 2023. L’aumento medio a livello Ue rispetto al giorno precedente – quando i portavoce della Commissione Ue avevano parlato di “dato eccellente” – è stato dello 0,25 per cento. Anche l’Italia è tra i Paesi virtuosi, avendo già da giorni raggiunto la soglia stabilita da Bruxelles: il 13 agosto è stata la data che ha marcato il superamento di quota 90 per cento, mentre secondo l’ultimo rilevamento il riempimento degli stoccaggi di gas nazionali è salito ora al 90,62 (+0,22 per cento nell’ultimo giorno).
Il record di riempimento degli stoccaggi di gas al momento è detenuto dalla Spagna, con il 99,98 per cento, seguita da Croazia (96,88), Svezia (95,29), Slovacchia (93,49), Portogallo (93,19) e Repubblica Ceca (93,03). Per quanto riguarda invece l’altra faccia della medaglia, gli unici Paesi membri Ue a non essere ancora pienamente in linea con le richieste di Bruxelles sono Belgio (87,85 per cento), Danimarca (86,55), Ungheria (85,75), Francia (84,04), Romania (82,72) e Lettonia (77,33). “Lo stoccaggio di gas dell’Ue ha raggiunto il 90 per cento ben prima del previsto, questo ci aiuterà a essere sicuri quest’inverno“, ha esultato su X la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen: “Insieme ci stiamo liberando dal gas russo e continuiamo a lavorare in parallelo su forniture energetiche più diversificate per il futuro“.
Le soglie per il riempimento degli stoccaggi di gas dei 27 Paesi membri Ue sono state fissate da Bruxelles in un Regolamento apposito proposto dalla Commissione Ue nel marzo dello scorso anno, su cui Parlamento e Consiglio dell’Ue hanno trovato un accordo politico in tempi record, con soli due mesi di lavori. Secondo quanto concordato dalle istituzioni comunitarie, gli stoccaggi di gas per il 2022 dovevano essere pieni almeno all’80 per cento entro il primo novembre, per salire a quota 90 a partire dal primo novembre 2023. L’obiettivo iniziale era quello di affrontare i rischi di approvvigionamento dovuti a tagli improvvisi alle forniture di gas dalla Russia, il principale fornitore per l’Europa continentale, ma nel corso dell’ultimo anno è diventata un’esigenza che rispecchia la volontà di diversificazione delle scorte, facendo affidamento su una serie di partner considerati più affidabili: dalla Norvegia all’Egitto, dall’Azerbaigian a Israele, puntando in particolare sugli acquisti congiunti.