Bruxelles – È un’altra estate di emergenza incendi, iniziata con i roghi in Canada e in Grecia e che ora spaventa l’Unione e non solo per la portata in altri Stati in tutto il mondo. A tenerne traccia e alzare l’allarme è il programma Ue Copernicus, che attraverso i suoi satelliti in orbita sta fornendo mappe dei rischi e immagini sulla portata degli incendi in corso. Da Cipro alle Hawaii, dalla Siberia alla penisola iberica, è un agosto particolarmente intenso per la lotta ai disastri naturali causati dall’impatto dei cambiamenti climatici.
In cima alla lista delle zone europee sotto osservazione c’è Cipro, che domenica (6 agosto) ha attivato il Meccanismo di protezione civile Ue per ricevere assistenza nella lotta agli incendi che stanno devastando l’area del distretto di Limassol, la seconda città più popolosa dell’isola nel Mediterraneo orientale. A rispondere immediatamente alla richiesta di soccorso è stata la Grecia, che ha inviato due Canadair della riserva rescEu e 20 tonnellate di liquido ritardante. Proprio la Grecia che sta uscendo dall’emergenza incendi scoppiata a metà luglio, che ha reso necessaria l’evacuazione di migliaia di persone dalle isole di Rodi, Corfù ed Eubea dopo la morte di sette persone e più di 70 feriti a causa dei roghi. Ma sul territorio dell’Unione desta grande preoccupazione anche la situazione nella penisola iberica: da giorni il Portogallo è flagellato da una serie di roghi che stanno mettendo in crisi la città di Odemira, con oltre 800 vigili del fuoco e 200 mezzi impiegati nel tentativo di domare le fiamme, mentre oltre 1400 persone sono già state evacuate dalle loro case. Anche la Spagna è una sorvegliata speciale del Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (parte del servizio di gestione delle emergenze di Copernicus), dal momento in cui è segnalato “pericolo estremo” nelle zone delle regioni autonome di Castilla La Mancha, Castilla Y Leon, Madrid, Andalusia, Aragona, Canarie, Catalogna e Comunità Valenciana.
Fuori dal territorio dell’Unione Europea i satelliti di Copernicus stanno fornendo informazioni anche su altri incendi di portata eccezionale. In primis quelli che stanno bruciando le isole Hawaii (Stati Uniti), intensificati dai forti venti generati dal passaggio dell’uragano Dora a sud dell’arcipelago: l’8 agosto il satellite Sentinel2 ha rilevato le conseguenze dei roghi sull’isola Maui e sull’isola Hawaii, mentre il bilancio delle vittime è già salito a 36 persone. Nel frattempo viene monitorata anche la situazione dei numerosi incendi boschivi che continuano a imperversare nella Siberia orientale e che dalle immagini del satellite Sentinel3 emergono come “enormi pennacchi di fumo” generati dai roghi in corso a 300 chilometri a sud-est di Jakutsk.
Cos’è Copernicus
Nato nel 2001 come Global Monitoring for Enviroment and Security, il programma Copernicus è un’iniziativa congiunta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e della Commissione Europea. L’obiettivo è quello di fornire in tempo quasi reale dati con una copertura globale sulla base di osservazioni satellitari, il cui utilizzo può soddisfare esigenze locali, regionali, nazionali e continentali. Copernicus è composto di una serie di satelliti ad hoc (la famiglia Sentinel, composta di cinque satelliti) e missioni partecipanti (satelliti commerciali e pubblici): Sentinel-1A nel 2014 ha segnato l’avvio di una stagione di lanci che porterà secondo i piani di Bruxelles alla messa in orbita di una costellazione di 20 satelliti entro il 2030. Secondo quanto emerge dai calcoli effettuati sulla spesa delle operazioni di Copernicus, il costo del programma Ue per il monitoraggio della Terra è pari a circa due ero all’anno per ogni cittadino dell’Unione Europea.
Per quanto riguarda le attività di Copernicus, il programma raccoglie informazioni sia satellitari sia dalle stazioni di terra (con sensori posizionati al suolo, in mare o nell’atmosfera), elaborandoli e fornendo indicazioni sul monitoraggio, la previsione e l’analisi degli eventi meteorologici e climatici. Dalle immagini satellitari sono create mappe, individuate caratteristiche ed anomalie ed estrapolate informazioni statistiche. Le attività sono organizzate in sei servizi – atmosfera, ambiente marino, territorio, cambiamenti climatici, sicurezza, emergenze – che gli utenti possono utilizzare in svariate aree: dalla gestione delle aree urbane allo sviluppo sostenibile e la protezione della natura, dalla pianificazione regionale e locale ad agricoltura, silvicoltura e pesca, fino alle necessità di protezione civile e lotta contro i disastri naturali.
A questo proposito, il servizio di gestione delle emergenze (Ems) fornisce servizi di mappatura satellitare su richiesta per situazioni di emergenza selezionate che derivano da disastri naturali o causati dall’uomo in qualsiasi parte del mondo, mentre un’altra sezione del servizio offre informazioni geospaziali critiche a livello europeo e globale attraverso osservazioni e previsioni continue di inondazioni, siccità e incendi boschivi. È in questa sezione che si inserisce il Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis), che monitora l’attività degli incendi boschivi in tempo quasi reale e supporta la gestione degli incendi boschivi a livello nazionale e regionale negli Stati membri dell’Ue, oltre che in Medio Oriente e Nord Africa.
Gli strumenti Ue per la lotta contro gli incendi
Per la lotta contro gli incendi lo strumento principale è il Meccanismo di protezione civile dell’Ue. Istituito nel 2001 dalla Commissione, è il mezzo attraverso cui i 27 Paesi membri e altri 9 Stati partecipanti (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, Serbia, Turchia e Ucraina) possono rafforzare la cooperazione per la prevenzione, la preparazione e la risposta ai disastri, in particolare quelli naturali. Una o più autorità nazionali possono richiedere l’attivazione del Meccanismo quando un’emergenza supera le capacità di risposta dei singoli Paesi colpiti. La Commissione coordina la risposta di solidarietà degli altri partecipanti con un unico punto di contatto, contribuendo almeno a tre quarti dei costi operativi degli interventi di ricerca e soccorso e di lotta agli incendi. In questo modo vengono messe in comune le migliori competenze delle squadre di soccorritori e si evita la duplicazione degli sforzi.
Un altro strumento, parte sempre del Meccanismo, è il pool europeo di protezione civile, formato da risorse pre-impegnate dagli Stati aderenti, che possono essere dispiegate immediatamente all’occorrenza. Il centro di coordinamento della risposta alle emergenze è il cuore operativo ed è attivo tutti i giorni 24 ore su 24. A questo si aggiunge la riserva rescEu, la flotta di aerei ed elicotteri antincendio (oltre a ospedali da campo e stock di articoli medici per le emergenze sanitarie) per potenziare le componenti della gestione del rischio di catastrofi: per quest’estate è stato messo a punto un piano di emergenza che prevede il raddoppio della flotta della riserva rescEu a 28 tra aerei ed elicotteri antincendio (rispettivamente 24 e 4) provenienti da dieci Paesi – Croazia, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna e Svezia.