Bruxelles – E’ autorizzato e regolamentato, prodotto in casa, dalle cause farmaceutiche europee, usato quotidianamente negli ospedali per le anestesie totali. All’apparenza un prodotto “normale”, di uso comune, eppur letale, sempre di più, anche in Europa. Si chiama Fentanyl, è 100 volte più forte della morfina e 50 volte più dell’eroina, ed è la nuova droga che sempre più inizia a essere disponibile nel mercato delle sostanze illegali.
Nell’Ue l’uso di sostanze stupefacenti non sembra destinato a ridursi. Al contrario eroina e cocaina sono sempre molto presenti, e a queste se ne aggiungono di nuove. Si tratta di prodotti sintetici di nuova generazione dagli effetti per la saluta ancora tutti da verificare, e sostanze come il Fentanyl, su cui adesso anche l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda) inizia ad accendere i riflettori. Nel suo ultimo rapporto annuale, edizione 2023, pubblicato a giugno, si dedicano poche righe al tema ma comunque significative.
A livello di numeri, si legge nel rapporto, “nel 2021 gli Stati membri dell’Ue hanno segnalato circa 140 decessi associati al fentanyl”. Attenzione, però. “Si ritiene tuttavia che una quota significativa di questi sia associata al fentaynil deviato dall’uso medico più che al traffico illecito“. E’ dunque nel commercio consentito che si annida il problema. L’Ue ha autorizzato la sostanza nel 2008, a fini terapeutici di tumori, ma pure per anestesie generali che richiedono intubazione. Trattandosi di un prodotto legale perché autorizzato alla produzione al commercio, il traffico a fini illegali si sviluppa lungo la filiera che dalle case farmaceutiche conducono alle strutture medico-sanitarie.
Ogni farmaco, per essere somministrato in sicurezza, deve essere conservato accuratamente secondo precise condizioni, variabili da caso a caso. Basta dichiarare ‘fallato’ un lotto o mal conservato perché questo non sia utilizzato. O basta anche avere ‘una talpa’ in reparto perché qualche fiala sparisca, come già dimostrato da fatti di cronaca in Italia. A quel punto viene immesso nel mercato delle droghe, per il commercio illegale.
Il fenomeno risulta dunque di difficile mappatura, monitoraggio e gestione. Per questo, riconosce l’Emcdda, nel caso dei numeri a disposizione sul Fentanyl, “è probabile che si tratti di una sottostima”. Che il problema esista però è un dato di fatto. Il Fentanyl è un oppioide e “tra il 2009 e il 2022, sono stati individuati in totale 74 nuovi oppioidi sul mercato europeo della droga”, ammette l’osservatorio europeo. Tra questi proprio quello in questione, potente, potentissimo. Bastano minime dosi per un’overdose (2 milligrammi (mg) secondo i dati della DEA, mentre per l’eroina alcuni report stimano che la dose letale si aggiri intorno ai 200 mg, a seconda del livello di tolleranza dell’individuo). Tanto che, continua il rapporto, “un’ulteriore preoccupazione è che la disponibilità di oppioidi molto potenti, come il fentanyl e i suoi derivati, può causare una rapida insorgenza di depressione respiratoria pericolosa per la vita che porta a overdose fatali, e questi rischi possono essere elevati quando queste sostanze vengono iniettate”.
Se il problema Fentanyl nell’Ue riguarda lo smercio interno, c’è anche la questione dei porti. C’è un sottobosco che sfugge ancora ai controlli doganali. “I controlli legislativi in Europa e nei paesi di origine extra UE sembrano aver contribuito a ridurre il numero di nuovi derivati di alcuni farmaci, come il fentanyl”. Ridurre non vuol dire eliminare.
L’Osservatorio europeo mette in guardia sul fenomeno della connivenza di chi dovrebbe contribuire ad arginare i traffici illeciti. Nel caso del traffico di cocaina via mare attraverso container si precisa che questo “è anche associato a livelli crescenti di criminalità legata alla droga, tra cui la corruzione del personale lungo le catene di approvvigionamento, l’intimidazione e la violenza”. Un modus operandi già denunciato ad aprile da Europol, l’agenzia di polizia europea, che proprio sulla corruzione nei porti e l’uso improprio di codici di riferimento di container aveva richiamato l’attenzione in un rapporto dedicato al fenomeno. C’è dunque la possibilità che una parte della domanda illegale di Fentanyl sia alimentata dai traffici via mare.
Il ‘problema Fentanyl’, se inizia a manifestarsi sempre più apertamente in Europa, in Nord America è già una vera e propria piaga sociale. Negli Stati Uniti le morti causate da oppioidi sintetici diversi dal metadone (principalmente fentanyl) hanno continuato ad aumentare con 70.601 decessi per overdose segnalati nel 2021. La situazione è allarmante: il fentanyl e altri oppioidi stanno alimentando la peggiore crisi della droga nella storia degli Stati Uniti. Una crisi legata anche a politiche di ‘prescrizioni facili’ per una sostanza utilizzata, tra i vari usi, come anti-dolorifico. Per capire la portata del fenomeno, è stato calcolato che le vittime da Fentanyl negli Usa hanno causato più di dieci volte il numero di membri del servizio militare statunitense uccisi nelle guerre successive all’11 settembre in Iraq e Afghanistan.
Anche il Canada è alle prese con l’aumento del fenomeno, che appare fuori controllo. I numeri del governo canadese indicano che solo negli ultimi anni, tra il 2019 e il 2022, le prime cause di decessi per tossicità da droghe illecite sono state fentanyl (86%), cocaina (45%), metanfetamina/anfetamina (42%) e altri oppioidi (22%).
“Dobbiamo assicurarci che il presente dell’America non diventi il futuro dell’Europa“, ha affermato Ylva Johansson, commissaria europea per gli Affari interni, in occasione della presentazione del Report dell’Emcdda. Parole che confermano come il Fentanyl ormai sia considerato effettivamente il problema che inizia ad essere. L’obiettivo è evitare che diventi crisi, ma il controllo dei porti non basta.