Bruxelles – Disco verde, per l’ultima volta. Gli Stati membri al Consiglio Ue hanno confermato oggi (25 luglio) l’accordo raggiunto con l’Eurocamera sulla revisione della direttiva dell’efficienza energetica, uno dei dossier legislativi più importanti del pacchetto sul clima ‘Fit for 55’. Un ultimo passaggio formale che conclude l’iter legislativo della nuova legge europea sull’efficienza energetica, che sarà ora pubblicata in Gazzetta Ufficiale e entrerà in vigore 20 giorni dopo.
L’accordo tra i colegislatori europei – Parlamento e Consiglio – sulla revisione della direttiva era stato raggiunto lo scorso 10 marzo, fissando l’obiettivo di ridurre collettivamente il consumo finale di energia dell’11,7 per cento nel 2030, rispetto alle previsioni formulate nel 2020. La Commissione europea aveva proposto nel 2021 un obiettivo di risparmio energetico del 9 per cento, poi aumentato al 13 per cento a maggio scorso, nel piano ‘REPowerEU’. L’Europarlamento spingeva invece per un risparmio energetico primario e finale del 14,5% in più entro il 2030. I due colegislatori dell’Ue hanno infine concordato per l’11,7 per cento. Secondo l’intesa, tutti gli Stati membri contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo generale dell’Ue attraverso contributi e traiettorie nazionali indicativi, stabiliti nei rispettivi piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNEC), che dovranno essere aggiornati in questi mesi.
“Un’altra pietra miliare è stata raggiunta oggi verso il completamento degli obiettivi del pacchetto sul clima ‘Fit For 55’. La nostra maggiore ambizione e misure più rigorose in materia di efficienza energetica accelereranno la transizione energetica. La sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE sarà rafforzata e la nostra dipendenza dai combustibili fossili russi diminuirà ulteriormente, in linea con il piano REPowerEU”, ha commentato la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson. “La direttiva rafforzata sull’efficienza energetica ci aiuterà a raggiungere questi obiettivi collettivamente in tutta l’UE”.
Le nuove regole sull’efficienza energetica
Sarà la Commissione europea a calcolare se tutti i contributi si sommano all’obiettivo dell‘11,7 per cento e, in caso contrario, apporterà rettifiche ai contributi nazionali inferiori. L’intesa prevede inoltre un aumento graduale dell’obiettivo di risparmio energetico annuale per il consumo finale di energia dal 2024 al 2030: gli Stati membri dovranno garantire un risparmio dell’1,3 per cento nel periodo fino alla fine del 2025, per poi arrivare progressivamente all’1,9 per cento nell’ultimo periodo fino alla fine del 2030. L’Europarlamento ha insistito affinché fosse rafforzato in particolare il contributo al risparmio del settore pubblico: l’accordo prevede un obiettivo di riduzione del consumo energetico dell’1,9 per cento del settore pubblico, con un obbligo dei paesi dell’UE di rinnovare ogni anno almeno il 3 per cento della superficie totale degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione. Quanto alle aziende, l’intesa non prevede obblighi ma una esortazione a diventare più efficienti dal punto di vista energetico. Data l’importanza della digitalizzazione e dei data center, la direttiva introduce un obbligo di monitoraggio del rendimento energetico dei data center. Un database a livello dell’UE raccoglierà e pubblicherà i dati rilevanti per il rendimento energetico e l’impronta idrica dei data center con un consumo energetico significativo.
L’Europarlamento ha confermato l’accordo nel corso della scorsa sessione plenaria di luglio, dunque la direttiva è stata formalmente adottata. Sarà ora pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. L’accordo è stato sostenuto dalla maggioranza degli Stati membri, con l’astensione già annunciata nei giorni scorsi di Belgio, Lettonia, Portogallo, Slovacchia e con il voto contrario di Ungheria, Polonia e Finlandia. non sosterranno l’accordo raggiunto con il Parlamento europeo sulla revisione delle direttiva sull’efficienza energetica, uno dei dossier più importanti del pacchetto sul clima ‘Fit for 55’. Le astensioni e i voti contrari in questo caso non sono sufficienti a bloccare il provvedimento, per cui è sufficiente una maggioranza qualificata (con il voto favorevole del 55 per cento degli Stati membri, che rappresentino almeno il 65 per cento della popolazione dell’Ue).