Bruxelles – Divieto alla disconnessione energetica, contratti per differenza e a lungo termine ma nessun tetto agli extra profitti delle compagnie energetiche sulle rinnovabili e il nucleare. Con 55 voti a favore, 15 contrari e 2 astenuti la commissione Industria, ricerca ed energia (Itre) del Parlamento europeo ha adottato sua posizione sulla riforma del mercato elettrico a prima firma del relatore, l’eurodeputato Nicolas Gonzalez Casares (S&D), frutto di un compromesso politico raggiunto nelle scorse settimane dai principali gruppi politici all’Europarlamento, Socialisti&Democratici (S&D), Renew Europe, Verdi e Partito popolare europeo (Ppe).
Electricity Market Design – report by @nicogoncas adopted with 55 votes to 12, 2 abstentions. Compromise Am 1 adopted. Opening of negotiations w. @EUCouncil approved 47/20/5. Press release to follow + Press conference 2pm – Webstream https://t.co/rB9QK8o0i9
— ITRE Committee Press (@EP_Industry) July 19, 2023
Proprio il compromesso politico raggiunto tra i principali gruppi all’Eurocamera ha fatto sì che l’emendamento con il testo di Casares fosse approvato senza tensioni, portando gli eurodeputati a respingere o far decadere gli altri tre emendamenti di compromesso. In una votazione separata – con 47 voti a favore, 20 contrari e 5 astenuti – la commissione Itre ha deciso di avviato il negoziato interistituzionale con gli Stati membri mediato dalla Commissione europea direttamente sulla base del testo da proporre in Itre, senza il passaggio in plenaria. Il via libera ai negoziati senza passare in plenaria dovrà essere confermato dalla plenaria stessa a settembre, con la possibilità per i gruppi di opporsi alla decisione. Sembra però improbabile come eventualità, soprattutto perché il Parlamento europeo ha optato per una posizione poco controversa e l’unico elemento più divisivo della proposta Caseres – il tetto agli extra profitti a 180 euro/MWh come elemento strutturale di fronte alle crisi di prezzi – è stato eliminato dalla posizione finale. Il testo si concentra sulle misure di sostegno statale e sulla protezione sociale.
“Con questo accordo, il Parlamento pone i cittadini al centro del disegno del mercato elettrico”, ha dichiarato l’eurodeputato relatore per la riforma, commentandone l’approvazione. “Abbiamo fatto dei contratti per differenza il sistema di riferimento per favorire la transizione del settore elettrico verso un sistema a zero emissioni basato sulle rinnovabili. Un sistema che migliorerà renderà le aziende più competitive attraverso l’elettricità pulita a prezzi competitivi e stabili”, ha concluso. La posizione del Parlamento non prevede grandi stravolgimenti rispetto alla proposta originaria della Commissione europea, avanzata il 14 marzo scorso tra i tre pilastri normativi del Piano industriale per il Green Deal. I consumatori dovrebbero avere il diritto a contratti a prezzo fisso e contratti a prezzo dinamico. Il mandato prevede inoltre che gli Stati membri un divieto alla disconnessione elettrica, ovvero che i fornitori possano interrompere la fornitura di elettricità ai clienti vulnerabili. Rispetto alla proposta della Commissione, Itre mantiene l’uso dei cosiddetti “contratti per differenza” (CFD) per incoraggiare gli investimenti energetici e suggerisce di lasciare la porta aperta a regimi di sostegno equivalenti dopo l’approvazione da parte della Commissione. Gli eurodeputati chiedono inoltre che l’esecutivo europeo lavori a un mercato per i contratti a lungo termine per l’acquisto di energia entro la fine del 2024.
In alto mare invece il negoziato all’interno del Consiglio Ue, l’altro co-legislatore insieme all’Eurocamera. Gli Stati membri, in particolare Francia e Germania, restano divisi su alcune questioni che restano in sospeso, il ruolo dei meccanismi di capacità e le entrate dei contratti per differenza. Per il momento non c’è l’intenzione di riportare il fascicolo alla riunione degli ambasciatori dei 27 Stati membri (Coreper), si sta ancora svolgendo un lavoro a livello tecnico durante la riunione del gruppo di lavoro sull’energia all’interno del Consiglio Ue, in cui si affrontano questioni politiche interne ed esterne relative a tutte le fonti di energia. La presidenza di Madrid – alla guida del Consiglio Ue dal primo luglio – sta cercando di trovare la quadra a livello tecnico, prima di riportare il dossier sul piano politico per un accordo.