Bruxelles – L’Europarlamento salva la Legge sul ripristino della natura. Si preannunciava una conta all’ultimo voto e così è stato. Dopo aver bocciato (con 312 voti a favore, 324 contrari e 12 astenuti) la mozione per rigettare l’intero provvedimento, il Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo ha approvato oggi (12 luglio) con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astenuti la sua posizione negoziale sul regolamento sul ripristino della natura proposto dalla Commissione europea a metà 2022 e ora è pronto per il negoziato con gli Stati membri al Consiglio Ue.
La Legge è diventata nei mesi scorsi il simbolo di uno scontro politico nella tradizionale maggioranza che ha sostenuto la Commissione a guida Ursula von der Leyen e l’anticipazione di come potrebbe cambiare la maggioranza alle prossime elezioni di giugno 2024. L’Aula era spaccata a metà sulla proposta e si vede dal margine ridotto, ma significativo, con cui il provvedimento è passato nonostante la tensione politica delle ultime settimane.
Come previsto, il Partito popolare europeo (Ppe) ha votato a maggioranza contro il testo, con soli 21 eurodeputati dissidenti (nessun italiano) che hanno votato a favore e due astenuti. Il Ppe ha votato contro insieme alle destre dei Conservatori e riformisti (di cui fa parte la delegazione di Fratelli d’Italia) di cui soli 5 deputati hanno votato a favore e di Identità e Democrazia (di cui fa parte la Lega) che ha votato compatta contro. A sostenere la proposta i Socialdemocratici, i Verdi, la sinistra radicale e la maggioranza dei liberali di Renew Europe, di cui solo 20 eurodeputati (nessun italiano) ha votato contro.
Il voto di oggi si era caricato di significato politico e anche l’iter parlamentare è stato più complesso della norma perché gli eurodeputati hanno dovuto prima votare una mozione di rigetto e poi, emendamento per emendamento, hanno costruito un nuovo testo a cui hanno infine dato disco verde. Quello che emerge è che i deputati hanno sostenuto la proposta della Commissione di mettere in atto misure di ripristino entro il 2030 che coprano almeno il 20 per cento di tutte le aree terrestri e marittime dell’Unione europea, ma che la legge si applicherà solo quando la Commissione avrà fornito dati sulle condizioni necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine e quando i paesi dell’UE avranno quantificato l’area che deve essere ripristinata per raggiungere gli obiettivi di ripristino per ciascun tipo di habitat. Il Parlamento prevede inoltre la possibilità di posticipare gli obiettivi in presenza di conseguenze socioeconomiche eccezionali.
Come nella posizione degli Stati membri Ue, entro 12 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione dovrebbe valutare l’eventuale divario tra le esigenze finanziarie per il ripristino e i finanziamenti dell’UE disponibili e cercare soluzioni per colmare tale divario, in particolare attraverso uno strumento dedicato. Con l’adozione del mandato negoziale da parte dell’Eurocamera, ora possono iniziare i negoziati tra Parlamento e Consiglio. Gli Stati membri Ue hanno adottato la loro posizione lo scorso 20 giugno, annacquando la proposta della Commissione. 20 Stati membri su 27 hanno sostenuto il mandato, con Italia, Finlandia, Polonia, Paesi Bassi e Svezia (che tra l’altro era alla guida semestrale dell’Ue) che hanno votato contro e Austria e Belgio hanno deciso di astenersi. La proposta di regolamento presentata dalla Commissione europea nel quadro del suo Green Deal europeo a giugno 2022 combina un obiettivo generale per il ripristino a lungo termine della natura nelle zone terrestri e marine dell’Ue con obiettivi di ripristino vincolanti per habitat e specie specifici, andando a coprire almeno il 20 per cento delle aree terrestri e marine dell’Unione entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.
“Siamo delusi dall’esito del voto sulla Legge sul ripristino della natura, nonostante le obiezioni e le perplessità di tre commissioni parlamentari.Temiamo che questa legge sia controproducente e abbia conseguenze sociali ed economiche significative”, ha commentato in un tweet il Partito popolare europeo (Ppe) dopo l’adozione in plenaria e dopo aver trasformato il voto di oggi in uno scontro politico con i gruppi con cui ha costruito la maggioranza Ursula. Esulta invece, la Commissione europea che – a ragione – ormai considerava il voto come un endorsement sull’esecutivo stesso e sul Green Deal. “Accogliamo con grande favore il voto positivo sulla legge sul ripristino della natura da parte del Parlamento europeo e non vediamo l’ora di avviare triloghi e concludere l’accordo entro la fine dell’anno. La Commissione europea rimane pienamente impegnata ad aiutare a trovare soluzioni di compromesso equilibrate”, ha assicurato il commissario europeo per l’ambiente, Virginijus Sinkevičius.