Dall’inviato a Strasburgo – È tutto pronto per l’apertura dei negoziati tra il Parlamento europeo e i 27 Stati membri sul testo finale della direttiva Ue per combattere le querele temerarie contro giornalisti e difensori dei diritti umani. Negoziati che si giocheranno soprattutto sulla definizione di caso transfrontaliero: mentre i ministri della Giustizia Ue avevano annacquato la proposta della Commissione limitando fortemente i casi di applicazione, l’Eurocamera ha allargato le nuove norme a tutti gli “articoli di stampa, post sui social media, video, ricerche e opere d’arte” che “hanno rilevanza per più di uno Stato membro e sono accessibili elettronicamente“.
Il testo, approvato oggi (11 luglio) dall’emiciclo di Strasburgo con 498 voti a favore, 33 contrari e 105 astenuti, prevede una serie di garanzie per le vittime delle cosiddette azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica (Slapp), volte a intimidirli o logorarli economicamente. Prima fra tutte la possibilità di chiedere un “rapido respingimento della causa“: la normativa prevede che in tal caso sarà il ricorrente a dover dimostrare la fondatezza della denuncia e a sostenere l’onere delle spese procedurali, compresa la rappresentanza legale della vittima. Che avrà la possibilità inoltre di chiedere un risarcimento per danni psicologici o alla reputazione.
Maggiori poteri anche per i giudici, che potranno imporre “sanzioni dissuasive” a chi avvia azioni legali abusive. La direttiva della Commissione assicura infine la protezione di giornalisti e attivisti domiciliati nell’Unione Europea contro le sentenze emesse dai tribunali dei Paesi extra UE, in base a procedimenti ritenuti “infondati” dalla legge dello Stato membro.
“Da quando abbiamo cominciato a lavorare su questo testo sono aumentati i casi” di querele temerarie, ha ammesso la vicepresidente della Commissione Ue responsabile per le politiche sui valori e la trasparenza, Vera Jourová. Il gabinetto von der Leyen ha proposto la direttiva anti Slapp nell’aprile 2022, spinto dall’aumento progressivo di azioni legali progettate per censurare, intimidire e mettere a tacere le voci critiche di giornalisti e difensori dei diritti umani, gravandoli con spese legali elevate – secondo il Consiglio d’Europa nel 2021 ammontavano a più di mezzo milione di euro in Ue – e lunghe procedure senza alcuna intenzione di vincere effettivamente la causa. Dai dati pubblicati dalla Coalizione contro le Slapp in Europa (Case), il picco nel numero di Slapp in Europa è stato raggiunto nel 2020 con 114 casi, mentre nel 2021 le cause infondate documentate sono state 109.
Proprio il Case aveva duramente criticato l’accordo raggiunto lo scorso 9 giugno durante il Consiglio Giustizia, reo di restringere fortemente i casi di applicazione rispetto alla proposta della Commissione. La stessa Jourová si è detta “lieta del fatto che molti emendamenti adottati (dall’Eurocamera, ndr) dimostrano che c’è un ampio consenso per l’approccio della Commissione” e ha assicurato che l’esecutivo Ue “guarda con favore a una serie di miglioramenti proposti” dagli eurodeputati. Che riguardano i due elementi essenziali, la definizione di casi transfrontalieri e la compensazione per danni.
Già domani (12 luglio) si apriranno i negoziati tra il Parlamento europeo e gli Stati membri sulla forma finale della legislazione. “Quando cause legali frivole minacciano vite e mezzi di sussistenza, abusando dei nostri sistemi giudiziari, abbiamo il dovere di legiferare. Con la proposta di legge di oggi, fortemente approvata in plenaria, è proprio quello che stiamo facendo”, ha dichiarato la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola.