Bruxelles – Se la proposta di regolamento sul ripristino della natura venisse bocciata questa settimana dall’Europarlamento in sessione plenaria a Strasburgo, da parte della Commissione europea non arriverà una nuova proposta. “Non c’è tempo”, ha confermato il commissario europeo per l’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, in conferenza stampa a Valadollid, in Spagna, alla fine della prima giornata di Consiglio informale dell’Ambiente. “Se la proposta fosse bocciata, con il mandato negoziale del Consiglio già approvato e quindi con gli Stati che ci dicono che questa legge ci serve, siamo pronti a lavorare e attuarla, la Commissione non ha abbastanza tempo per avanzare una nuova proposta”, ha confermato, in riferimento al fatto che il 2024 coinciderà anche il termine della prima (forse non l’ultima) legislatura a guida Ursula von der Leyen
Dopo le tensioni degli ultimi mesi, per l’Aula di Strasburgo è il momento della verità: discuterà domani con Sinkevicius a nome della Commissione e voterà mercoledì (12 luglio) sulla proposta di regolamento della Commissione europea sul ripristino della natura, al centro di una vera battaglia politica del Partito popolare europeo (Ppe) in piena campagna elettorale per il 2024.Se il rigetto venisse accolto dalla maggioranza semplice dell’Emiciclo, allora la prima lettura in Parlamento europeo sarebbe conclusa qui e spetterebbe al Consiglio Ue decidere se portare avanti il dossier per una seconda lettura oppure no. La Commissione europea è l’unica tra le tre istituzioni ad avere il potere di ritirare il testo, ma se il dossier fosse trascinato in seconda lettura all’Eurocamera e affossato di nuovo allora l’iter legislativo della legge sarebbe ufficialmente concluso.
“Dobbiamo guardare a tutte le proposte della Commissione come una serie di proposte collegate tra loro, non possono essere prese separatamente”, ha incalzato a Valladolid il commissario in riferimento all’ultimo pacchetto di proposte legislative su biodiversità e alimentare presentato lo scorso 5 luglio. Questo pacchetto contiene anche una proposta sulle nuove tecniche genomiche, care al partito di Manfred Weber presentata anche per andare incontro alle richieste del Ppe.
Il commissario sa che il voto sarà particolarmente “serrato” e con un esito “di difficile previsione”, ma ha poi assicurato che la Commissione europea “farà il massimo, come sempre, per parlare con i responsabili politici e spiegare la proposta. Credo che l’approccio generale del Consiglio”, adottato dai ministri lo scorso 20 giugno che nei fatti ha annacquato gli obiettivi della proposta originaria, “abbia dimostrato esattamente questo: poco prima dell’adozione, la Commissione ha fatto circolare” tra le Capitali un non-paper (documento informale) “con una possibile zona di atterraggio che ha contribuito a ottenere una svolta”. Proprio la ‘via di mezzo’ della posizione del Consiglio potrebbe rappresentare un punto di svolta per i negoziati, dal momento che il gruppo dei liberali di Renew Europe ha presentato un emendamento per approvare proprio il mandato del Consiglio.
Per il commissario, a livello europeo “abbiamo negoziato su dossier molto difficili, come sul pacchetto sul clima ‘Fit for 55’ che è stato probabilmente uno dei più complicati. Non credo che il dossier del ripristino della natura sia così complicato, ad essere onesti”, ha ammesso. Spiegando, tra le righe, che la polemica imbastita dal Ppe non riguarda tanto il contenuto della proposta. “A volte temo che non si parli abbastanza del contenuto della proposta”, ha concluso. L’attacco di Ppe e destre sembra rivolto non tanto alla proposta di legge, quanto al vicepresidente Frans Timmermans che ha fatto di questa proposta una bandiera e dunque appare strana la scelta della Commissione europea di far discutere domani gli eurodeputati non con il responsabile per il Green Deal ma con Sinkevicius.
Sempre dalla Spagna, l’invito agli europarlamentari a non rigettare la proposta in prima lettura arriva anche da Teresa Ribera, ministra spagnola per la transizione verde, all’esordio del suo primo Consiglio Ue ambiente ed energia in qualità di presidenza di turno dell’Ue. “Mi appello a tutti i membri del Parlamento europeo perché la conservazione e il ripristino della natura sono molto importanti. Vorrei ricordare che il Consiglio Ue ha supportato il testo” e “sarebbe un segnale molto negativo se il Parlamento rigettasse la proposta”, ha fatto eco in conferenza stampa. Un voto serrato quanto ormai diventato politico e confermativo, più in generale, del Green Deal europeo. Che quindi non poteva non essere accompagnato da una manifestazione fuori dall’Europarlamento di Strasburgo guidata dall’attivista svedese per il clima Greta , che animerà (se pure formalmente fuori dai palazzi) la discussione politica che invece andrà in scena all’interno.