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    Home » Economia » Innovazione, l’Italia continua a fare fatica. Ferreira: “Sfruttare la politica di coesione”

    Innovazione, l’Italia continua a fare fatica. Ferreira: “Sfruttare la politica di coesione”

    L'edizione 2023 del tradizione rapporto della Commissione Ue mostra una volta di più le difficoltà del Paese. Pesa in particolare la carenza di laureati

    Renato Giannetti di Renato Giannetti
    6 Luglio 2023
    in Economia

    Bruxelles – L’Italia dell’innovazione fa registrare progressi, tanto che “il divario con il resto d’Europa si è ridotto”, ma continua a fare fatica e restare indietro. Resta, ancora, nel gruppo degli Stati membri a capacità “moderata”, la terza delle quattro categorie in cui la Commissione europea raggruppa i Ventisette (innovatori ‘leader’, ‘forti’, ‘moderati’ ed ‘emergenti’). L’edizione 2023 del tradizionale rapporto sulla capacità di trovare risposte di nuova generazione alle esigenze di competitività mostra luci e ombre, ma soprattutto un intero Stivale che ancora non riesce a compiere un vero cambio di passo.

    In generale continua a pesare un basso tasso di laureati e poca spesa delle imprese in ricerca e sviluppo. A livello regionale e locale, solo Emilia-Romagna e provincia autonoma di Trento sono ‘eccellenze’, vale a dire “forti”. Valle D’Aosta, Calabria, Sicilia e Sardegna risultano ‘emergenti’, e tutte le altre regioni risultano a moderata capacità innovativa. Una situazione che per certi aspetti quasi azzera il tradizionale divario nord-sud. Per correre ai riparti, dunque, un oculato utilizzo delle risorse Ue sembra essere la via maestra da percorrere, a iniziare da quelle messe a disposizione per il rilancio dei territorio.

    “Sfruttando il potere dei fondi della politica di coesione, possiamo alimentare strategie di innovazione intelligenti e basate sul territorio”, sottolinea Elisa Ferreira. In questo modo, sostiene, risulta possibile “affrontare il divario dell’innovazione e avvicinare le regioni europee” tra loro e rilanciare il sistema il Paese nel suo complesso. Un suggerimento che vale, nel caso italiano, soprattutto per le regioni del Mezzogiorno d’Italia, quelle che più beneficiano, in termini di risorse Ue, del sostegno dell’Unione europea e delle sue politiche di coesione.

    “Dobbiamo riconoscere il persistere del divario in termini di innovazione, in particolare per le nostre regioni meno sviluppate e periferiche”, continua Ferreira. Che insiste e chiama gli amministratori locali ad un’azione politica e di programmazione più efficiente ed efficace. “L’innovazione è essenziale per favorire lo sviluppo e la convergenza tra le regioni europee“.

    Tags: coesioneElisa Ferreirainnovazioneitaliaregioniue

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