Bruxelles – Il gabinetto von der Leyen è sempre più vicino a integrare un nuovo membro. Più precisamente la commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù proposta dal governo della Bulgaria dopo la partenza dell’ex-commissaria Mariya Gabriel per diventare nuova vice-premier e ministra degli Esteri. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha deciso di incaricare Iliana Ivanova come nuova commissaria bulgara per il prossimo anno e mezzo di esecutivo, sciogliendo le riserve al termine del colloquio con i due candidati presentati dal governo di Sofia (l’altro era il membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa Daniel Lorer). Ora serve il via libera dei co-legislatori del Consiglio e del Parlamento Ue che – come spiegano a Eunews fonti interne a entrambe le istituzioni – “si farà velocemente”, ma ancora non c’è la data ufficiale.
“Entrambi i candidati hanno dimostrato un grande impegno nei confronti dell’Unione Europea e del lavoro di commissario, hanno inoltre un’esperienza rilevante per questo incarico”, ha reso noto la numero uno dell’esecutivo comunitario. La scelta alla fine è ricaduta su Ivanova, grazie alla sua “esperienza significativa in materia di Unione Europea”. La probabile futura commissaria bulgara è stata membro del Parlamento Europeo dal 2009 al 2012, ricoprendo allora la carica di vicepresidente della commissione per il Controllo del bilancio e della commissione speciale sulla Crisi economica, finanziaria e sociale. Negli ultimi dieci anni è stata membro della Corte dei conti europea, relatrice per la dichiarazione di affidabilità annuale relativa alla rubrica del Quadro finanziario pluriennale “Coesione economica, sociale e territoriale” e una serie di audit di performance relativi ai Fondi strutturali e di investimento europei (Esif). “La sua esperienza è fondamentale per portare avanti l’attuazione del programma di ricerca Horizon Europe, per migliorare le prestazioni della spesa per la ricerca dell’UE e ottenere un migliore impatto sul territorio”, ha anticipato von der Leyen.
Dalla commissaria Gabriel alla commissaria Ivanova
Il cambio di guardia al Berlaymont per il portafoglio dell’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù è iniziato lo scorso 15 maggio, quando l’allora commissaria Gabriel ha rassegnato le dimissioni dopo quasi sei anni di servizio. La decisione è arrivata dopo aver accettato pochi giorni prima l’incarico di prima ministra designata da parte del partito conservatore Gerb (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria), in vista di un complicatissimo negoziato con il partito liberale e anti-corruzione Continuiamo il cambiamento – Bulgaria Democratica per la formazione del governo a Sofia. Trattativa che ha rischiato seriamente di fallire fino all’ultimo minuto, prima dell’accordo in extremis raggiunto il 22 maggio. Grazie all’intesa tra i due partiti è nato un governo che prevederà una rotazione a metà mandato: per i primi nove mesi Gabriel sarà vicepremier e ministra degli Esteri e Nikolai Denkov primo ministro, da marzo 2024 il contrario.
Dopo le dimissioni rassegnate dalla commissaria Gabriel il suo portafoglio di competenze è stato spacchettato tra la vicepresidente esecutiva responsabile per il Digitale, Margrethe Vestager (Innovazione e ricerca) e il vicepresidente per lo Stile di vita europeo, Margaritis Schinas (Istruzione, cultura e gioventù), in attesa della nomina di un nuovo membro designata dal governo bulgaro in carica. L’iter in questo caso segue le stesse regole di inizio mandato: il governo nazionale propone il nome, che deve essere approvato dal Consiglio in accordo con la presidenza della Commissione, previa consultazione con il Parlamento. Sfumato subito invece l’altro scenario: “Il Consiglio, deliberando all’unanimità su proposta del presidente della Commissione, può decidere che tale posto divenuto vacante non deve essere coperto, in particolare se la restante durata del mandato è breve“, recita l’articolo 246 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (Tfue). Alla fine del mandato del gabinetto von der Leyen manca comunque circa un anno e mezzo ed è per questo motivo che la numero uno della Commissione ha deciso che fosse necessario integrare un membro con pieni poteri, invece di sovraccaricare i due vicepresidenti e mantenere diviso il portafoglio dell’ex-commissaria.