Bruxelles – Il “Sentiment” economico è in ulteriore calo nell’Ue e nell’area dell’euro, mentre le aspettative sull’occupazione sono in lieve aumento in entrambe le zone. Lo rileva la Direzione generale degli Affari economici e finanziari (DG ECFIN) della Commissione europea, che ha pubblicato questa mattina (29 giugno) l’Economic Sentiment Indicator (Esi) per giugno 2023.
In questo mese l’Esi è diminuito ulteriormente sia nell’Unione nel suo complesso (-1,1 punti a 94,0) sia nell’area dell’euro (-1,1 punti a 95,3). Al contrario, l’indicatore delle aspettative occupazionali (Eei) è aumentato marginalmente (+0,4 punti a 104,3 nell’UE e +0,4 punti a 105,0 nell’area dell’euro).
Nell’Ue, il calo dell’Esi a giugno è dovuto alla diminuzione della fiducia nell’industria, nelle costruzioni, nei servizi e, in misura minore, nel commercio al dettaglio. Al contrario, la fiducia dei consumatori ha continuato la sua ripresa dal minimo di settembre dello scorso anno. Tra le maggiori economie dell’Ue, l’Esi è peggiorato in Germania (-1,9), Italia (-1,1), Paesi Bassi (-1,0) e Spagna, mentre è rimasto praticamente invariato in Polonia (-0,1) e migliorato in Francia (+0,8).
La leggera ripresa dell’indicatore delle aspettative occupazionali è stata alimentata da piani occupazionali più ottimistici tra i dirigenti del commercio al dettaglio e dei servizi, solo parzialmente compensati da aspettative più negative nell’industria e nell’edilizia. Anche le aspettative di disoccupazione dei consumatori, che non sono incluse nell’indicatore principale, sono migliorate.
Le aspettative sui prezzi di vendita sono nuovamente diminuite in tutti i settori di attività intervistati. Le percezioni dei consumatori sull’andamento dei prezzi negli ultimi dodici mesi è diminuita per il terzo mese consecutivo, ma è rimasta a un livello storicamente elevato. Le aspettative per i prossimi dodici mesi hanno proseguito la forte tendenza al ribasso osservata dall’aprile dello scorso anno.
L’indicatore di incertezza economica (IUe) della Commissione europea è diminuito nuovamente a giugno (-1,1 punti a 20,1), per l’incertezza dei dirigenti sulla futura situazione economica nei servizi, nelle costruzioni e nel commercio al dettaglio, nonché l’incertezza dei consumatori sulla futura situazione finanziaria. L’incertezza riferita nell’industria è rimasta invariata.