Bruxelles – Un sistema di pagamento elettronico europeo, accettato ovunque nella zona euro, per piccole e grandi transazioni di tutti i giorni. Si chiama Euro Digitale, ed è il nuovo circuito con cui si potrà fare acquisti. La Commissione europea non lo presenta apertamente come una vera e propria alternativa a Visa o Mastercard, perché non sarà obbligatorio ma lasciato alla scelta dei singoli, ma nei fatti diventerà certamente un’opzione in più per imprese e consumatori, che avranno a disposizione uno strumento su cui dover pagare meno costi. Tanto che a Bruxelles si riconosce che “l‘euro digitale offrirebbe ai consumatori una soluzione di pagamento alternativa a livello europeo, oltre alle opzioni esistenti oggi“.
Chi cerca di spiegare la proposta che arriva dal team von der Leyen, lo fa, come spesso accade, con un esempio pratico. “Oggi in Europa la vostra carta Maestro non viene accettate ovunque”, ricorda un addetto ai lavori. Esempio calzante. Maestro è la carta di debito di Mastercard. Prepagata o collegata a conto corrente, può essere usata per prelievi e soprattutto pagamenti attraverso la rete internazionale per i pagamenti digitali. Una carta destinata a sparire, visto che la casa madre ha deciso che in Europa, a partire da luglio di quest’anno, si ritirerà gradualmente per sostituirla con la nuova Debit Mastercard.
In altri termini: gli affari in Europa si fanno grazie a infrastrutture non europee e operatori statunitensi, che dettano le regole del gioco. L’Euro Digitale intende riscriverle, creando un mercato unico ancora più unico attraverso sistemi di pagamento ‘made in EU’ in un mondo sempre più a trazione digitale. Solo nell’Ue i pagamenti elettronici hanno raggiunto la cifra complessiva di 240 trilioni di euro nel 2021 (240 miliardi di miliardi), in aumento rispetto ai volumi del 2017 (182 trilioni di euro). “Con l’euro digitale, la maggiore concorrenza consentirà sia ai cittadini sia ai commercianti di usufruire di servizi di pagamento a costi minori”, assicura Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce.
Sarà proprio la Banca centrale europea a dover gestire questo nuovo strumento di pagamento digitale. Il canale alternativo ai grossi marchi Usa sarà responsabilità dell’istituzione di Francoforte, che comunque non immetterà il nuovo Euro Digitale prima del 2028, con le banche commerciali che avranno la possibilità di metterlo a disposizione gratuitamente e senza costi aggiuntivi ai privati, ma potrebbero pretendere costi di compensazione per gli operatori economici.
L’euro digitale darà maggiore centralità alla moneta unica dell’Unione europea, contribuendo a “rafforzare l’autonomia strategica aperta dell’Europa“, riconoscono gli esperti della Commissione. Potrà essere usato per i servizi e-commerce, nei negozi, per e nella pubblica amministrazione, per pagamenti Peer to Peer e senza accesso a internet. L’euro digitale, assicura il commissario per il Mercato interno, Thiery Breton, “rafforzerà ulteriormente il ruolo internazionale dell’euro e fornirà ai consumatori e alle imprese un’ulteriore soluzione di pagamento digitale universale. Innescherà nuove opportunità in termini di pagamenti più rapidi, più sicuri e più innovativi”.
Il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, rassicura: “Il denaro contante non scomparirà, continuerà a esserci e chi vorrà potrà continuare a utilizzarlo, anche se in futuro la Bce emetterà un euro digitale”. Che non comporterà alcun effetto collaterale. “Il contante in euro e l’euro digitale sono convertibili l’uno nell’altro alla pari”.
La proposta dell’esecutivo comunitario è solo un primo passo. Sulla base di questa proposta la Bce entro l’autunno completerà il lavoro sulle caratteristiche tecniche e sulle modalità di distribuzione dell’euro digitale. Poi serviranno i voti di Consiglio e Parlamento Ue. Solo allora si potrà partire per davvero, ma intanto l’eurozona inizia a dotarsi di uno strumento in più.