Bruxelles – I ministri degli Esteri dei 27 Paesi Ue lanciano un chiaro segnale politico del costante impegno a fornire sostegno militare all’Ucraina e ad altri partner nel mondo. Dopo un fine settimana ad alta tensione, in cui il quasi golpe militare condotto da Evgenij Prigožin e dalla milizia di mercenari del gruppo Wagner ha fatto vacillare per qualche ora Vladimir Putin e la sua leadership, l’Europa è pronta a approfittare dell’indebolimento fisiologico dell’azione russa aumentando ulteriormente l’appoggio militare a Kiev.
Sulla base di un accordo preso già lo scorso 20 marzo, il Consiglio Affari Esteri ha dato il via libera oggi (26 giugno) all’incremento di 3,5 miliardi di Euro del massimale finanziario dello European Peace Facility (Epf), lo strumento europeo per la pace che permette di finanziarie tutte le azioni Ue relative a questioni militari e di difesa. “Il mostro creato da Vladimir Putin con la guerra in Ucraina sta agendo contro il suo creatore”: così ha commentato l’ammutinamento del gruppo militare ‘parastatale’ russo l’Alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri, Josep Borrell, arrivando al Consiglio a Lussemburgo. “Questo è il momento di sostenere Kiev più di ogni altro momento ed è un bene che l’Epf sia rimpinguato con altri 3,5 miliardi”.
Dalle casse dell’Epf Bruxelles ha finora potuto finanziare le forze armate ucraine attraverso sette successivi pacchetti di sostegno, nonché molti altri paesi quali Mozambico, Georgia, Moldavia, Bosnia-Erzegovina, Somalia, Niger, Mauritania, Libano e Giordania. Nove missioni militari e dodici missioni civili, perché oltre alla fornitura di equipaggiamento militare l’Epf consente il finanziamento di azioni operative nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune (Pesc): il protagonismo Ue ha fatto sì che il 92 per cento del massimale finanziario complessivo dell’Epf per il periodo 2021-27 fosse già stato impegnato. Così, dopo un primo aumento di 2,3 miliardi a marzo, è stato necessario portare il plafond complessivo dai 5,6 miliardi di euro iniziali a 12 miliardi di euro.
A due anni dalla sua creazione, nel marzo 2021, “lo strumento ha dimostrato il suo valore”, cambiando “completamente il modo in cui supportiamo i nostri partner nella difesa”, ha dichiarato Borrell. Lo strappo tra il Cremlino e il temuto gruppo Wagner potrebbe innescare mutamenti di scenario non solo in Ucraina, ma anche in diversi Stati africani in cui la milizia è da anni molto attiva per conto di Mosca, per esempio in Repubblica Centro Africana, Libia, Mali, Sudan. Tutti Paesi in cui Bruxelles fa già sentire direttamente o indirettamente il proprio supporto militare. E che ora, approfittando della confusione nello Stato maggiore russo, potrebbe aumentare.