Bruxelles – Dopo il rischio di strappo dell’unità europea sul grano ucraino, la Commissione Ue prova a ricucire i rapporti tra i Ventisette stanziando un piano di sostegno straordinario all’agricoltura europea pari a 430 milioni di euro. Un pacchetto che prevede 330 milioni per tutti quei Paesi che finora non hanno ancora beneficiato di nessun supporto da Bruxelles e che, parallelamente, sblocca i 100 milioni già previsti dalla proposta dello scorso 3 maggio per gli agricoltori di Bulgaria, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria nel compromesso raggiunto dal gabinetto von der Leyen per eliminare le restrizioni all’importazione di grano ucraino da parte dei cinque Stati membri confinanti (compresa la Bulgaria, interessata dal flusso di merci).
La proposta della Commissione di oggi (26 giugno) si sviluppa su due direttrici. La prima è quella del sostegno ai cinque Paesi già interessati dalle misure di sostegno – e che attendevano solo il via libera da parte delle altre capitali – e la seconda è quella sul vero elemento di novità. I finanziamenti straordinari dal bilancio della Politica Agricola Comune a favore degli agricoltori europei colpiti da “eventi climatici avversi, costi elevati dei fattori di produzione e diverse questioni legate al mercato e al commercio” nei restanti 22 Paesi membri: Austria, Belgio, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia. Se la proposta passerà al vaglio del Comitato per l’organizzazione comune dei mercati agricoli, per l’Italia potrà essere stanziato quasi un quinto del totale (60,5 milioni di euro), seconda beneficiaria dietro alla Spagna (81) e davanti alla Francia (53,1) e Germania (35,8).
Secondo quanto previsto dalla proposta della Commissione i 22 Paesi interessati possono integrare il sostegno Ue fino al 200 per cento con fondi nazionali e le autorità nazionali distribuiranno gli aiuti direttamente agli agricoltori. La misura è pensata per compensare i professionisti delle perdite economiche dovute alle perturbazioni del mercato, agli elevati prezzi dei fattori di produzione e al rapido calo dei prezzi dei prodotti agricoli, ma anche dei danni causati dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, “particolarmente acuti nella penisola iberica e in Italia”. I pagamenti dovranno essere effettuati entro il 31 dicembre 2023 e ciascuno Stato membro dovrà notificare a Bruxelles i dettagli dell’attuazione delle misure, “in particolare i criteri utilizzati per calcolare l’aiuto, l’impatto previsto della misura, la sua valutazione e le azioni intraprese per evitare distorsioni della concorrenza e sovra-compensazioni”, specifica il gabinetto von der Leyen.
Gli aiuti all’agricoltura per gli altri 5 Paesi Ue
La proposta della Commissione a sostegno dell’agricoltura in tutti i Paesi membri Ue di oggi ha sbloccato la proposta di misure temporanee e straordinarie arrivata quasi due mesi fa per mettere una pezza sulle misure unilaterali messe di cinque Paesi membri per difendere i propri agricoltori dalle importazioni di grano ucraino e altri prodotti agricoli dal Paese invaso dall’esercito russo dal 24 febbraio 2022. Misure che però hanno trovato l’aperto scetticismo e opposizione di un ampio fronte di altri membri dell’Unione per una possibile violazione dell’integrità del Mercato interno. A metà maggio i ministri responsabili per l’Agricoltura di 13 Paesi membri (Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Spagna) hanno firmato una lettera indirizzata all’esecutivo comunitario per contestare le misure introdotte da Bruxelles per eliminare il divieto di immissione di grano, mais, colza, semi di girasole dall’Ucraina nel mercato di Bulgaria, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria: “Destano serie preoccupazioni perché comportano un trattamento differenziato all’interno del Mercato interno“.
Ecco perché nel mese di confronto tra le 27 capitali e la Commissione si è arrivati a un piano complessivo che non riguardi solo i cinque Paesi interessati dalla controversia di fine aprile/inizio maggio, ma tutta l’Unione nel suo complesso. Grazie a questo accordo (che deve comunque ancora essere approvato) il Comitato per l’organizzazione comune dei mercati agricoli ha dato il via libera oggi al pacchetto da 100 milioni per l’agricoltura proposto il 3 maggio: 9,8 milioni di euro alla Bulgaria, 39,3 alla Polonia, 29,7 alla Romania e 5,2 alla Slovacchia e 15,9 all’Ungheria. Mentre le misure preventive sulle importazioni dall’Ucraina saranno “gradualmente eliminate entro il 15 settembre 2023”, il pacchetto di supporto prevede la possibilità di aumentare i pagamenti anticipati per gli agricoltori che devono affrontare eventi climatici “avversi”. Nel frattempo una piattaforma di coordinamento congiunta lavorerà per migliorare il flusso commerciale tra l’Ue e l’Ucraina attraverso le corsie di solidarietà.