Bruxelles – L’indipendenza tecnologica significa flessibilità, quella che consente, anche in un trend già segnato come il percorso verso la decarbonizzazione dell’economia europea entro fine secolo, di “limitarne i costi nel breve periodo”. Ne è convinto il presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, intervenuto all’evento ‘Green Economy Finance – Il ruolo della finanza e del risparmio a sostegno della transizione ecologica’, organizzato oggi (22 giugno) a Roma da Eunews e Gea – Green Economy Agency, entrambe parte del gruppo Withub, in un panel tête-à-tête con Carlo Maria Pinardi, presidente e fondatore di Analysis, su come la politica può e deve contribuire agli obiettivi della transizione verde.
Per Garavaglia l’indipendenza tecnologica è quella “giusta flessibilità” che consente di limitare i costi della transizione nel breve periodo. Anche perché “non sappiamo cosa accadrà tra due o tre anni”, come non sappiamo ancora se è vero che il gas non avrà un futuro. “Nel mio comune in provincia di Milano, 6mila abitanti, è attivo un impianto che fa 4 milioni di metri cubi di gas l’anno con una fonte inesauribile, che è la frazione unica di rifiuti. Il primo fatto con questa tecnologia”, ha detto. Ma il percorso verso la transizione e le energie rinnovabili è segnato e l’Italia, senza dubbio, sulle energie pulite parte rispetto ad altri Paesi in condizioni di indubbio vantaggio, dal punto di vista climatico e ambientale, anche se deve superare gli ostacoli dettati dalla burocrazia.
“Sono stati superati ostacoli veramente complicati nella realizzazione di impianti nel nostro Paese”, ha osservato il senatore, facendo riferimento al fatto che nel precedente governo di Mario Draghi più di una volta è capitato che al Consiglio dei ministri arrivassero “i casi di decine di impianti bloccati per il contrasto tra il ministero della Cultura, dell’Ambiente e le Sovrintendenze: Finalmente si è trovato un modo per affrontare questi temi e accelerare la realizzazione degli impianti”, ha assicurato. Convinto che la tutela dell’ambiente messa in Costituzione – sancita dall’articolo 9 – sia “chiaramente un ostacolo alla realizzazione di certi impianti. Mi sembra, però, di capire che si è trovato un punto di caduta dal punto di vista della burocrazia e questo rasserena”, ha assicurato.