Bruxelles – Il Qatargate perde il suo timoniere dal pugno di ferro: dopo più di sei mesi alla guida dell’inchiesta, il giudice istruttore Michel Claise si è dimesso dall’incarico. Non prima del colpo di scena finale: Claise, prima di dire addio alle indagini, ha disposto il fermo anche per Andrea Cozzolino, l’ultimo a mancare ancora all’appello. La nuova giudice istruttrice, Aurélie Dejaiffe, al termine di un doppio interrogatorio ha prolungato il fermo del politico italiano fino a domani (21 giugno), quando dovrà decidere se convalidare l’arresto dell’eurodeputato, disporre misure alternative o autorizzarne il rilascio.
Riavvolgiamo il nastro: lo scorso 15 giugno il magistrato belga aveva revocato il mandato d’arresto europeo per l’eurodeputato napoletano, che aveva garantito la disponibilità a “recarsi a Bruxelles da uomo libero per rendere interrogatorio”. Ieri (19 giugno) il colloquio durato quasi quattro ore, al termine del quale Claise ha deciso di trattenere Cozzolino in cella per una notte. “Il giudice dovrà ora verificare la testimonianza offerta da Cozzolino e domani deciderà se convalidare il fermo o disporre il suo rilascio sotto condizioni o con il regime di braccialetto elettronico”, ha spiegato in serata il portavoce della procura federale belga.
Pochi minuti dopo, l’ennesima sorpresa. Michel Claise tira i remi in barca e lascia la guida delle indagini. L’ufficio della procura di Bruxelles ha dichiarato che la decisione è stata presa “in via cautelare, e al fine di consentire alla giustizia di proseguire con serenità il proprio lavoro e mantenere la necessaria separazione tra vita privata e familiare e responsabilità professionali“. Il rischio dunque sarebbe la presenza di conflitti d’interesse che potrebbero pregiudicare il funzionamento oggettivo dell’inchiesta, come suggerito dal legale dell’altro eurodeputato coinvolto, Marc Tarabella, che proprio ieri ha chiesto per la seconda volta la ricusazione del giudice istruttore.
Dopo aver presentato una prima istanza a febbraio, con la motivazione che Claise avrebbe violato il principio di presunzione di innocenza, l’avvocato Maxim Töller è tornato all’attacco per deporre il magistrato. Secondo Politico, la richiesta di ricusazione prende le mosse dai legami tra la famiglia di Claise e l’eurodeputata belga Maria Arena, che non è mai stata accusata né interrogata ma che aveva rapporti di lavoro molto stretti con diversi personaggi coinvolti, tra cui l’ex collega Pier Antonio Panzeri. Inoltre il figlio di Maria Arena e il figlio di Claise sarebbero soci, comproprietari della stessa azienda, oltre a conoscersi da molti anni.
In ogni caso, la procura di Bruxelles ha sottolineato la totale “assenza di prove reali per mettere in dubbio la correttezza di una qualsiasi delle parti coinvolte e il lavoro sostanziale che lui (Michel Claise, ndr) e i suoi investigatori hanno svolto in questo caso”. Aurélie Dejaiffe, giudice istruttrice già coinvolta nel caso (quando su Claise pendeva la prima istanza di ricusazione) , ha assunto immediatamente l’incarico, conducendo un doppio interrogatorio a Cozzolino. I legali hanno fatto sapere che Cozzolino “ha risposto a tutte le domande poste dalla Polizia Federale”.