Bruxelles – A quasi una settimana dal tragico naufragio di Pylos, che fino ad ora ha causato 78 vittime accertate e oltre 500 dispersi, il procuratore generale delle Corte Suprema di Atene, Isidoros Doyakos, ha avviato le indagini per identificare i trafficanti da un lato e accertare eventuali omissioni di soccorso (o manovre deliberate) da parte delle autorità nazionali competenti dall’altro.
“Prendiamo atto che il procuratore generale greco ha avviato un’indagine sull’incidente”, che dovrà essere “approfondita e trasparente”. L’ha dichiarato la portavoce della Commissione europea per le migrazioni, Anitta Hipper, durante il punto stampa quotidiano con i giornalisti a Bruxelles. Già domani (20 giugno) saranno ascoltati i nove presunti scafisti, tutti egiziani e di età compresa tra i 21 e i 40 anni, accusati di ingresso illegale nel Paese, traffico di esseri umani, organizzazione criminale, omicidio colposo, e di aver provocato il naufragio. Le indagini sull’operato della Guardia Costiera avranno bisogno di molto più tempo e coraggio, se è vero che, finora, secondo diverse testimonianze la versione dell’autorità marittima greca continua a fare acqua.
I dubbi sulla versione della Guardia Costiera
I rapporti forniti dalla Guardia Costiera riferiscono che il barcone in cui erano stipate più di 700 persone migranti, in movimento verso l’Italia, avrebbe rifiutato qualsiasi intervento di Atene. Ma, secondo quanto riportato dalla Bbc, dall’analisi dei movimenti delle altre navi che si trovavano nella zona emergerebbe che il peschereccio non si è mosso per almeno sette ore prima di navigare una trentina di miglia nautiche e capovolgersi. Dubbi anche sulle parole del portavoce della Guardia Costiera, Nikos Alexiou, che ha dichiarato di non poter fornire registrazioni della vicenda perché durante le operazioni le telecamere della motovedetta greca erano rimaste spente. C’è poi il rapporto stilato dal capitano della petroliera Faithful Warrior, pubblicato integralmente dalla testata greca documentonews.gr, che solleva qualche perplessità sugli ordini impartiti alla nave mercantile dalle autorità greche.
In sostanza, dopo aver avvisato già in prima serata -intorno alle 21.45- il centro di ricerca e salvataggio della Guardia costiera che il peschereccio “stava oscillando pericolosamente a causa del sovraffollamento su tutti i ponti”, la petroliera avrebbe ricevuto l’ordine di rimanere a 5 miglia nautiche per assistere alle operazioni di ricerca e salvataggio. A quel punto, la motovedetta della Guardia Costiera si sarebbe affiancata al peschereccio, ma secondo il rapporto del capitano della Faithful Warrior l’equipaggio non è riuscito a vedere che cosa stesse accadendo. Poco dopo la mezzanotte – alle 00.18- “la motovedetta era ancora affiancata al peschereccio, come appariva sul radar della petroliera”. Ma a quell’ora il centro di ricerca e soccorso avrebbe ordinato alla petroliera di allontanarsi e continuare il suo viaggio.
Sarà l’Autorità Nazionale per la Trasparenza (Nta), organismo fortemente voluto proprio dall’Ue, a coordinare le indagini, con il “supporto delle agenzie europee sul territorio (Frontex e Europol, ndr)”, ha sottolineato ancora la portavoce dell’esecutivo comunitario. La Nta, nata nel 2019 per vigilare su casi di corruzione, nel corso degli anni ha assunto la responsabilità anche di indagini sui presunti respingimenti effettuati contro i migranti.
Il Gruppo di Contatto Sar d’accordo “per intensificare gli sforzi”
Intanto la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, alla vigilia della Giornata Mondiale del rifugiato ha usato parole dure nei confronti di Bruxelles e dei Paesi membri che si affacciano sul Mediterraneo: “Il naufragio della scorsa settimana al largo della costa greca è l’ennesimo promemoria del fatto che, nonostante i numerosi allarmi, le vite delle persone in mare rimangono a rischio a causa dell’insufficiente capacità e coordinamento dei soccorsi, della mancanza di rotte sicure e legali, della solidarietà e della criminalizzazione delle Ong che cercano di fornire assistenza”.
Troppo poco il Gruppo di contatto Ue sulla ricerca e salvataggio, riunitosi per coincidenza proprio all’indomani della tragedia, durante il quale “la Commissione ha enfatizzato la questione della necessità di lavorare per un approccio coordinato”, ha garantito Anitta Hipper. A detta della portavoce, le autorità degli Stati membri che lo compongono sarebbero state d’accordo “per intensificare gli sforzi per un quadro di cooperazione più stretto” e avrebbero discusso “una serie di azioni concrete”.