Bruxelles – Se la Commissione europea sembra ormai voler convogliare tutti gli sforzi per risolvere il dramma delle morti nel Mar Mediterraneo nella lotta contro i trafficanti e nell’impedire il più possibile le partenze, attraverso discutibili accordi con i Paesi del Nord Africa -Libia, Marocco e Tunisia-, pochissimo sta facendo invece per migliorare il coordinamento delle attività di ricerca e soccorso.
Forse qualcosa si muove dall’Eurocamera: dopo la tragedia di Pylos, in cui un barcone con oltre 700 passeggeri a bordo è affondato senza che qualunque autorità competente, greche, italiane o comunitarie che siano, abbia lanciato un’operazione di salvataggio, una delegazione della Commissione per le libertà civili (Libe) del Parlamento europeo si recherà a Lampedusa per discutere delle attività di ricerca e soccorso (Sar) nel Mediterraneo centrale.
Guidata dal socialista spagnolo Juan Fernando Lopez Aguilar, presidente della Commissione Libe, e composta anche dagli italiani Pietro Bartolo (Pd), Laura Ferrara (M5S), Alessandra Mussolini (Fi), Giuseppe Milazzo (Fdi) e Annalisa Tardino (Lega), dal 19 al 22 giugno la delegazione incontrerà la Guardia costiera italiana, le autorità locali, rappresentanti di Frontex nell’isola e le ong attive nelle operazioni Sar e nell’accoglienza di persone migranti.
“La missione arriva in una settimana in cui un altro tragico naufragio nel Mediterraneo ha provocato la morte di decine di rifugiati- dichiarano dal gruppo dei Socialisti e Democratici-, salvare vite umane è responsabilità condivisa di tutti gli Stati membri dell’Ue, non solo dei Paesi dell’Europa meridionale, motivo per cui la solidarietà è il principio guida del Patto di migrazione e asilo attualmente in fase di negoziazione con il Consiglio”.
Ma i dossier del Patto sul tavolo dei negoziati, in particolare quelli relativi al Regolamento modificato sulle procedure di asilo (Apr) e al Regolamento per la gestione dell’asilo e della migrazione (Ramm), difficilmente incentiveranno le attività Sar nel Mediterraneo, anzi. Per esempio, non è dato sapere come i Med5 (Cipro, Grecia, Italia, Malta e Spagna) saranno convinti a effettuare più operazioni di ricerca e soccorso in mare, se saranno tenuti a sottoporre tutte le persone migranti salvate in queste operazioni a una procedura di frontiera accelerata di 6 mesi.
La strategia della Commissione europea prevede solamente il rilancio del Gruppo di contatto Ue per le attività Sar, che si riunisce oggi per la quarta volta in oltre due anni e che ha inserito all’ultimo minuto in agenda uno scambio sulle dinamiche che hanno portato al naufragio di Pylos, ha fatto sapere la portavoce della Commissione europea per le migrazioni, Anitta Hipper. “L’idea – ha spiegato la portavoce – è di proseguire lo scambio” con le autorità competenti dei 27 Paesi membri sulle “pratiche comuni per trovare un approccio comune per migliorare ancora” le operazioni Sar, con l’obiettivo di “prevenire la perdita di altre vite”.