Bruxelles – Contro i rischi di sicurezza informatica delle reti 5G la Commissione Europea interviene a gamba tesa. “A partire da oggi non acquisteremo servizi di connettività basati su apparecchiature di Huawei e ZTE“, ha annunciato in un punto con la stampa di Bruxelles il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, annunciando la pubblicazione della seconda relazione sullo stato di avanzamento dell’attuazione del Toolbox Ue sulla sicurezza informatica 5G e la comunicazione sull’implementazione della cassetta degli attrezzi stessa da parte degli Stati membri
È soprattutto la comunicazione della Commissione a fare notizia, dal momento in cui vengono messe nero su bianco le “forti preoccupazioni per i rischi posti da alcuni fornitori di apparecchiature di comunicazione per reti mobili alla sicurezza dell’Unione”. Fornitori che hanno un nome e cognome – Huawei e ZTE – e soprattutto una provenienza geografica, la Cina: “Sulla base di un’ampia gamma di informazioni disponibili, la Commissione ritiene che Huawei e ZTE rappresentino di fatto rischi materialmente più elevati rispetto ad altri fornitori 5G” e per questo motivo viene dato il benestare alle decisione adottate da alcuni Paesi membri di “limitare o escludere” le due aziende tecnologiche cinesi dalla lista dei fornitori di reti 5G. Si tratta della valutazione sulle misure strategiche e sulle restrizioni poste ai fornitori ad alto rischio, in cui viene evidenziato che 24 Paesi membri su 27 (tra cui l’Italia) hanno adottato o stanno preparando misure legislative che conferiscono alle autorità nazionali la possibilità di agire in questo senso: “Data l’importanza dell’infrastruttura di connettività per l’economia digitale e la dipendenza di molti servizi critici dalle reti 5G, gli Stati membri dovrebbero attuare il Toolbox senza indugio”, è la raccomandazione dell’esecutivo comunitario.
Ma la questione non si ferma alla sola competenza degli Stati membri. Come messo in chiaro nel punto stampa di oggi (15 giugno) dal commissario Breton, nella comunicazione sull’implementazione del Toolbox è contenuta anche la decisione dell’esecutivo comunitario di adottare “misure per evitare l’esposizione delle sue comunicazioni aziendali alle reti mobili che utilizzano Huawei e ZTE come fornitori“, come parte della propria politica di sicurezza informatica aziendale.
A questo proposito il Berlaymont è pronto a “non acquistare nuovi servizi di connettività che si basano su apparecchiature” dei due colossi cinesi del settore delle tecnologie della comunicazione e “collaborerà con gli Stati membri e gli operatori di telecomunicazioni per garantire che questi fornitori siano progressivamente eliminati dai servizi di connettività esistenti dei siti della Commissione“. Non solo a livello operativo, ma anche finanziario: “La Commissione intende riflettere questa decisione in tutti i programmi e gli strumenti di finanziamento dell’Ue”, precisa la comunicazione dell’esecutivo comunitario. Anche per questa ragione, come precisato dal membro del gabinetto von der Leyen responsabile per il Mercato interno, “chiediamo a tutti gli Stati membri e a tutte le istituzioni Ue di fare lo stesso“.