Bruxelles – L’attività dell’eurozona “è rimasta stagnante negli ultimi mesi”, sulla spinta della “passata crisi energetica che continua a essere distribuita” nei diversi settori dell’economia. Anche se l’inflazione “ha iniziato a diminuire ma si prevede resti troppo alta per ancora troppo tempo”, fino al 2025. Le cose, in sostanza, non vanno bene. La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, spiega il motivo che ha spinto il consiglio direttivo ad aumentare, come da attese, i tassi di interesse di un altro 0,25 per cento. Una misura che si rende necessaria, visto che le condizioni di finanziamento più rigorose “sono una delle ragioni principali per cui si prevede che l’inflazione scenderà ulteriormente verso l’obiettivo” di riferimento del 2 per cento, “in quanto dovrebbero frenare sempre più la domanda”, che contribuisce al caro-vita.
Le aspettative dicono che l’inflazione media si attesterà al 5,4 per cento nel 2023, al 3 per cento nel 2024 e al 2,2 per cento nel 2025. “L’inflazione attorno al 2 per cento nel 2025 non è soddisfacente, e non è tempestiva”, critica Lagarde, preoccupata che le cose nel frattempo possano deteriorarsi. La guerra in Ucraina continua e non è chiaro quando e come possa finire, e le incertezze non mancano.
La Bce è determinata ad andare avanti, tanto che Lagarde anticipa che “a luglio molto probabilmente alzeremo ancora i tassi, e non sorprende”. Ma non si esclude la possibilità di nuovi aumenti dei tassi a settembre, alla ripresa dell’attività dopo la pausa estiva. “Le decisioni sui tassi di interesse continueranno a essere basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati in arrivo” e a disposizione, sottolinea. Quindi chiarisce: “Le nostre misure restrittive saranno mantenute per tutto il tempo necessario“, anche perché “il nostro lavoro non è finito, non siano ancora giunti a destinazione”, vale a dire a un ritorno ai valori accettabili dell’inflazione.
Dal 21 giugno, quindi, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale raggiungerà il 4 per cento, il tasso di interesse sulla linea di rifinanziamento marginale toccherà quota 4,25 per cento e il tasso di interesse sulla linea di deposito arriverà a 3,5 per cento. Ma bisogna tenersi pronti ad aggiornare questi valori. La Bce, intanto, ne rivede anche degli altri, quelle della crescita.