Bruxelles – Obiettivo: utilizzare i vari strumenti del quadro finanziario sostenibile dell’Ue per permettere, su base volontaria, a tutte le imprese di fare pieno uso delle ‘finanza sostenibile’, tutto ciò che serve alla sostenibilità del tessuto economico-produttivo. La Commissione europea allarga lo scopo delle azi0ni per investimenti in attività ‘green’. Un’iniziativa rivolta in particolare alle imprese di piccole e medie dimensioni, specie quelle non quotate in borsa.
Si intende facilitare la transizione finanziaria, non solo per le aziende che hanno già solidi record di sostenibilità, ma anche per quelle che si trovano a diversi punti di partenza, con piani o obiettivi credibili per migliorare le proprie prestazioni di sostenibilità. Perché, sottolinea il commissario per un’Economia al servizio delle persone, Valdis Dombrovskis, “la finanza sostenibile non riguarda solo le aziende che sono già verdi, è anche lì per aiutare le aziende che attualmente non sono conformi e che vogliono chiaramente passare ad attività più ecologiche”.
La finanza sostenibile non è tutta uguale. C’è la finanza verde, che riguarda sia il finanziamento di ciò che è già rispettoso dell’ambiente oggi, e c’è quella ‘di transizione’, che intende garantire livelli di performance rispettosi dell’ambiente nel tempo. Piani aziendali di transizione, rispetto dei requisiti climatici dell’Ue, o ancora rispetto della tassonomia, la classificazione delle attività rispettose di clima e ambiente. Chi vorrà potrà utilizzare tutto questo per avvalersi del sostegno tecnico della Commissione europea, riducendo costi amministrativi e aumentando l’attrattività degli investitori, sempre più centrali nella strategia verde dell’Ue.
L’Unione europea, rileva l’esecutivo comunitario, avrà bisogno di investimenti aggiuntivi di circa 700 miliardi di euro ogni anno per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo. La maggior parte di questi investimenti dovrà provenire da finanziamenti privati.
Se da una parte l’esecutivo comunitario spinge il mondo delle imprese a considerare di pià la partecipazione alla finanza sostenibile, dall’altra parte lo stesso fa con i governi nazionali. Nella proposta per un’economia sociale agli Stati membri si raccomanda “sostenere la formazione e lo sviluppo delle competenze per l’economia sociale”, ed in particolare “migliorando le competenze gestionali, imprenditoriali e professionali necessarie per le transizioni digitale e verde (comprese le competenze circolari, di riparazione e digitali)”.
Nella comunicazione si sottolinea l’importanza dei sistemi di istruzione e formazione professionale, che “svolgono un ruolo cruciale nel dotare le persone delle competenze necessarie per il posto di lavoro, per lo sviluppo personale e per la cittadinanza”. Inoltre, sottolinea ancora la Commissione, “contribuiscono a garantire una forza lavoro qualificata che possa contribuire a un’equa transizione verde e digitale”.