Bruxelles – Uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine; transizione verso un’economia circolare; prevenzione e la riduzione dell’inquinamento e la protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. All’interno di un più ampio pacchetto sulla finanza sostenibile, la Commissione europea ha adottato oggi (13 giugno) un nuovo atto delegato alla tassonomia verde per fissare i criteri sui quattro obiettivi ambientali rimasti ancora intoccati. Il collegio dei commissari si è riunito a Strasburgo e ha adottato anche una serie di modifiche mirate all’atto delegato già pubblicato sulle attività economiche che contribuiscono alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici finora non incluse, in particolare nei settori manifatturiero e dei trasporti.
La tassonomia verde europea è un insieme di criteri di classificazione per definire cosa sia un’attività economica sostenibile, in modo che sia più facile per gli investitori operare una selezione e orientare gli investimenti nei settori e nelle tecnologie più utili per la transizione verso un continente climaticamente neutro entro il 2050. A livello normativo si tratta di un regolamento (pubblicato in Gazzetta Ue a giugno 2020) che ha stabilito sei obiettivi climatici e ambientali: mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, l‘uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine; la transizione verso un’economia circolare; la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento; la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Per definirsi “sostenibile dal punto di vista ambientale” un’attività economica deve soddisfare quattro condizioni, ovvero “dare un contributo sostanziale ad almeno uno dei sei obiettivi; non recare danno significativo a nessuno degli altri cinque obiettivi ambientali (dunque, rispettare il principio del ‘do not significant harm’). E poi, rispettare le garanzie minime e i criteri di vaglio tecnico stabiliti negli atti delegati della tassonomia.
Dopo la pubblicazione del regolamento generale nel 2020, la Commissione ha lasciato i dettagli di questi criteri sulle singole attività alla definizione attraverso degli atti delegati, normativa europea secondaria che non prevede una discussione legislativa ma dà solo tempo quattro mesi (estendibili a sei) ai due co-legislatori di Parlamento e Consiglio di bocciarla con maggioranze diverse, senza possibilità di emendarla. L’Esecutivo europeo ha presentato ad aprile 2021 il primo atto delegato della tassonomia che riguarda i primi due dei sei obiettivi (quelli propriamente climatici) andando a coprire oltre dieci settori, dall’energia rinnovabile alla silvicoltura passando per la ristrutturazione degli edifici e i trasporti. In questa occasione, la Commissione europea ha scelto di non decidere sul gas e sull’energia nucleare che pure rientrano in questi primi due obiettivi, sotto la pressione delle industrie e degli Stati membri sulla questione.
Ma ha lasciato a un secondo atto delegato presentato a febbraio 2022 il compito di decidere sulla definizione, molto contestata, per il gas e il nucleare. La proposta per mesi ha letteralmente spaccato in due l’Unione europea, con pioggia di critiche arrivata sia dal Parlamento europeo sia dal Consiglio che riunisce gli Stati membri. Alla fine, però, in nessuna delle due istituzioni si è trovata una maggioranza per affossarla, ed è entrata in vigore.