Bruxelles – Il Parlamento europeo è pronto a dire la sua sulla prima legislazione al mondo sull’intelligenza artificiale. Mercoledì 14 giugno, durante la sessione plenaria di Strasburgo, gli eurodeputati saranno chiamati a votare la loro posizione sull’Artificial Intelligence Act, il Regolamento proposto dalla Commissione Ue nell’aprile del 2021 per fissare un quadro normativo che acceleri lo sviluppo tecnologico e protegga la società dai rischi intrinseci.
Dopo il primo via libera delle commissioni congiunte per il Mercato interno e la protezione dei consumatori (Imco) e per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) alla relazione presentata dai due co-relatori Brando Benifei (S&D) e Dragoş Tudorache (Renew Europe), i gruppi politici dell’Eurocamera (tranne Ecr e Sinistra) si erano impegnati a rinunciare a presentare nuovi emendamenti al testo, concedendo un margine di flessibilità al Partito Popolare Europeo (Ppe) per quanto riguarda la spinosa questione del riconoscimento biometrico. Ma il gruppo guidato da Manfred Weber avrebbe presentato una serie di modifiche al testo approvato dalle commissioni parlamentari congiunte, generando così il rischio che, il 14 giugno, la votazione sull’intera relazione si trasformi in una battaglia su eventuali nuovi emendamenti da parte di tutti gli altri gruppi.
In generale, l’Eurocamera si è trovata d’accordo all’impostazione scelta dalla Commissione europea sulla scala di rischio per regolamentare le applicazioni dell’intelligenza artificiale. Sono quattro i livelli definiti nella proposta, che vanno dal minimo (videogiochi abilitati per l’Ia e filtri anti-spam), all’inaccettabile (tutto ciò che rappresenta una “chiara minaccia per la sicurezza, i mezzi di sussistenza e i diritti delle persone”, come l’assegnazione di un ‘punteggio sociale’ da parte dei governi). È tra il primo–in cui non è previsto nessun intervento – e l’ultimo – che sarà vietato integralmente –che si definirà la rigidità delle norme europee, ovvero su tutte quelle applicazioni dell’Ia con rischio limitato (chatbot) o alto (assegnazione di punteggi a esami scolastici e professionali, smistamento dei curriculum, valutazione dell’affidabilità delle prove in tribunale, chirurgia assistita da robot).
Nel testo l’alto rischio corrisponde a un “rischio significativo” di danno alla salute, alla sicurezza o ai diritti fondamentali, inteso come “risultato della combinazione della sua gravità, intensità, probabilità di accadimento e durata dei suoi effetti”. La salute comprende il tema dei rischi ambientali, per cui saranno coperte anche infrastrutture critiche come le reti energetiche o i sistemi di gestione dell’acqua. Ecco perché i sistemi basati sull’intelligenza artificiale in questo settore dovranno essere conformi agli standard ambientali europei ed essere in linea con gli standard di impronta ecologica.
La frattura sui software di riconoscimento biometrico
Sembra inverosimile pensare che l’accordo sulla relazione di Benifei e Tudorache possa saltare, perché tutti i gruppi politici condividono lo stesso sentimento di importanza e urgenza del nuovo quadro giuridico. “L’intelligenza artificiale sta avanzando a passi da gigante e la sua regolamentazione diventa urgente, riteniamo che il regolamento dell’Ue debba garantire il suo uso incentrato sull’uomo”, ha dichiarato il capodelegazione del Partito Democratico a Bruxelles. Sulla stessa linea, almeno dalle parole del direttore dell’area stampa Pedro Lopez de Pablo, il Ppe: “Il voto sull’Ia è il più importante della plenaria, i progressi tecnologici vanno molto più veloci di quelli politici, bisogna fare in fretta e avere una regolamentazione chiara che chiuda ogni possibilità di una tecnologia fuori controllo e aberrante”, ha dichiarato durante un briefing con la stampa in preparazione alla sessione di Strasburgo.
Anche da Identità e Democrazia (Id) e Riformisti e Conservatori (Ecr), sembrano non avere dubbi sulla bontà della proposta, con Alessandro Panza (Lega) che ha trovato il testo di Benifei “ben equilibrato e strutturato” e Vincenzo Sofo (Fdi) che l’ha definito “una buona base, perché pone molta attenzione sul rispetto della privacy dei cittadini”. Entrambi tuttavia, hanno manifestato perplessità sulle maglie troppo strette della regolamentazione sull’uso di software di identificazione biometrica.
I maggiori attriti tra i gruppi politici riguardano infatti l’estensione del divieto sul riconoscimento biometrico in tempo reale e la sua inclusione come pratica inaccettabile. La questione ha già mostrato di poter creare spaccature all’Eurocamera, alimentate da due istanze inconciliabili come la necessità di garantire la sicurezza e il rischio della sorveglianza di massa. Il compromesso trovato nel testo prevede di vietare l’uso in tempo reale di questa tecnologia, consentendole però di indagare a posteriori su reati gravi, previa approvazione di un’autorità giudiziaria. Ma l’accordo è saltato: se da un parte il Ppe ha presentato un emendamento che suggerisce di permettere l’uso in tempo reale del riconoscimento biometrico in alcuni casi eccezionali (trovare una persona scomparsa, prevenire un attacco terroristico o individuare il sospettato di un reato grave), al contrario la Sinistra europea ha chiesto di vietare completamente l’applicazione della tecnologia.