Bruxelles – Doveva essere a marzo, doveva essere a maggio, alla fine è arrivata oggi (8 giugno) la proposta della Commissione europea per la creazione di un organismo etico indipendente, capace di applicare gli stessi standard a tutte le istituzioni dell’ecosistema europeo.
Věra Jourová, vicepresidente dell’esecutivo Ue responsabile per le politiche sui valori e la trasparenza, è riuscita a completare l’arduo compito assegnatole da Ursula von der Leyen al momento dell’insediamento del suo gabinetto, nel 2019. Dopo quasi tre anni di consultazioni, tentativi e porte in faccia da parte della maggior parte dei leader delle nove istituzioni europee, c’è voluto un elefante nella stanza delle dimensioni del Qatargate per convincere tutti dell’urgenza di accettare i reiterati inviti di Jourová.
Nei piani della commissaria, le tre principali prerogative del comitato saranno lo sviluppo di alti standard etici, lo scambio di buone pratiche tra le istituzioni e la promozione di una cultura dell’etica europea. Gli standard abbracceranno diversi campi, incluse nuove regole sull’accettazione di omaggi, ospitalità e viaggi offerti da terzi, nuovi parametri sugli interessi e i beni da dichiarare, nuove misure di trasparenza per gli incontri con lobby e organizzazioni non governative. Il comitato affronterà anche il problema delle porte girevoli, stabilendo condizioni e requisiti di trasparenza per le attività successive ai mandati degli ex membri delle istituzioni.
L’organismo, che sarà composto da membri di tutte le istituzioni e da alcune figure indipendenti, applicherà un “approccio differenziato”, fornendo un quadro generale di standard etici comuni e lasciando ad ogni istituzione la libertà di implementare tali indicazioni con regole interne specifiche. Ogni istituzione dovrà tuttavia rendere pubblico il modo in cui applica le norme. Nella proposta di Jourová, le istituzioni avrebbero nove mesi per lavorare sugli standard, che si trasformerebbero poi in obblighi giuridicamente vincolanti. Con la possibilità a quel punto, in caso di mancata applicazione, di rivolgersi alla Corte europea di giustizia.
Un comitato etico senza poteri investigativi, insorgono i Socialisti e democratici
Ma non sarà il comitato stesso a vigilare sull’applicazione degli standard etici proposti: come più volte ribadito dalla commissaria, sarebbe infatti necessaria una modifica dei Trattati per conferire poteri investigativi all’organismo. Amputato alla nascita della facoltà di avviare indagini e comminare sanzioni, il Comitato si dovrebbe appoggiare agli enti europei già esistenti, quali l’Ufficio europeo anti frode (Olaf) e la Procura europea (Eppo).
Una scelta descritta come “poco ambiziosa” dall’arco progressista del Parlamento europeo, con i Socialisti e democratici (S&d) che l’hanno definita “un’occasione persa”, perché un organismo etico indipendente senza un mandato di controllo per istituzioni e agenzie europee e senza il diritto di avviare indagini di propria iniziativa “non avrà i denti” per applicare gli standard etici proposti. Per “sollevare preoccupazioni” sulla proposta, il gruppo ha già richiesto che il tema venga inserito nell’agenda della prossima plenaria di Strasburgo, che si terrà dal 12 al 15 giugno.
“Non escludo che ci potranno essere alcune modifiche, ma posso dire già ora che difenderò la nostra proposta”, ha avvisato Jourová. Il piano sarà messo sul tavolo dei leader delle istituzioni Ue il prossimo 3 luglio e la commissaria spera di portarsi a casa un chiaro “sì, siamo pronti a lavorare sulla proposta” da tutti. Perché, a un anno dalla fine della legislatura, l’imperativo è “essere veloci e determinati”, altrimenti Jourová vedrà annullarsi tutti gli sforzi fatti in questi anni. Anche perché, una volta nato, l’organismo potrebbe estendere i suoi poteri nel tempo: “Non posso escludere che in futuro ci potranno essere piani per sviluppare maggiormente il comitato etico e la sua base legale“, ha dichiarato Jourová, tenendo aperto uno spiraglio per chi si era immaginato un organismo di tutt’altro tenore.