Bruxelles – Più sostenibilità nel regime europeo di protezione delle Dop e Igp, più tutele per i marchi online e chiarite anche le norme anti-prosek. L’Europarlamento riunito in sessione (di mini) plenaria a Bruxelles ha adottato oggi (primo giugno) con 603 voti favore, 18 contrari e 8 astenuti la sua posizione sulla revisione del ‘Sistema delle Indicazioni Geografiche (Dop e Igp) nella produzione agroalimentare, enologica e dei distillati’, ora i deputati sono pronti ad avviare i negoziati con gli Stati membri.
Un’ampia maggioranza accolta con favore dall’europarlamentare dem, Paolo De Castro (S&D), relatore del dossier. “Un risultato che dimostra come quando si condividono obiettivi sostanziali, lasciando da parte istanze superficiali e di parte, è possibile raggiungere compromessi ambiziosi, nel solo interesse dei nostri agricoltori e produttori”, ha commentato De Castro, rivendicando che la posizione dell’Eurocamera “vuole far evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza bisogno di investire alcun fondo pubblico, rafforzando il ruolo dei consorzi, la protezione di Dop e Igp, e la trasparenza verso i consumatori”. Confermato anche il cosiddetto emendamento ‘anti-Prosek’, in cui si chiarisce che menzioni tradizionali come ‘Prosek’ non possono essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp. Una battaglia sostenuta dalla maggior parte degli eurodeputati italiani, dopo che la Croazia ha chiesto a Bruxelles di riconoscere il nome ‘prosek’ per quattro vini originari della Dalmazia, regione al sud del Paese: il prosek è associato a quattro vini passiti da dessert, ottenuto da uva disidratata e dal colore ambrato ed è stato al centro di polemiche per l’assonanza con il prosecco italiano, che invece è notoriamente un vino bianco, frizzante ed è tutelato dal 2009 dalla denominazione di origine protetta Dop.
De Castro ha spinto per introdurre l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto Dop e Igp il nome del produttore e, per i prodotti Igp, l’origine della materia prima principale, in modo da evitare quelle che ha definito ‘falle del sistema’ che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre indicazioni geografiche, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o addirittura del Prosek ‘made in Croazia’”. La proposta di revisione è stata avanzata dalla Commissione europea il 31 marzo 2022, per riunire in un unico atto giuridico le disposizioni sulle procedure di registrazione delle indicazioni geografiche (IG) per vino, bevande spiritose e prodotti agricoli che attualmente sono suddivise in tre regolamenti differenti.
Nel loro mandato i deputati insistono sulle caratteristiche di sostenibilità dei prodotti coperti dal sistema di indicazioni geografiche e propongono che i produttori spieghino il loro impegno per la sostenibilità sociale e ambientale nelle relazioni disponibili per i consumatori su un apposito portale dell’Ue. Rafforzata anche la protezione delle indicazioni geografiche online, i deputati sostengono che tutti i domini che abusano del nome di una IG vengono automaticamente chiusi o assegnati a un gruppo di produttori che utilizza legalmente la IG. Il Parlamento chiede che le IG siano meglio protette nei prodotti trasformati. L’Eurocamera spinge inoltre perché le nuove indicazioni geografiche siano registrate dalla Commissione europea entro 5 mesi. Ad amministrare il sistema delle IG dovrebbe essere la Commissione europea, e non l’EuiPo, come invece nella proposta della Commissione europea.
“La posizione del Parlamento vuole essere un’evoluzione del sistema delle indicazioni geografiche, che vale circa 80 miliardi di euro per l’Ue ed è riconosciuto a livello mondiale come rappresentante dell’eccellenza del settore agroalimentare dell’Ue”, ha motivato il relatore De Castro, secondo cui “grazie al forte mandato votato oggi, abbiamo la grande opportunità di raggiungere un accordo ambizioso con il Consiglio su un sistema di IG più forte, che possa veramente soddisfare le esigenze dei nostri produttori”. La revisione e la proposta di dare più attenzione alla sostenibilità si inquadra nella strategia dell’Esecutivo europeo Farm to Fork (‘Dal campo alla tavola’), la costola agricola del Green Deal che si occupa del settore agroalimentare. Con i suoi regimi di qualità – indicazione geografica (IG), denominazioni di origine protette (DOP) , Indicazione Geografica Protetta (IGP) e Specialità Tradizionali Garantite (STG) – l’Unione europea tutela oltre 3.400 nomi di prodotti specifici, tra prodotti agricoli e alimentari, prodotti della pesca e dell’acquacoltura e vini.
L’approvazione del mandato all’Europarlamento sulla revisione di Dop e Igp è stata accolta con soddisfazione dal ministro per l’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, che lo ha salutato come un ulteriore passo a difesa delle eccellenze agroalimentari italiane. “La valorizzazione del made in Italy, come dimostra lo schema di disegno di legge approvato ieri dal Governo Meloni, e la battaglia contro l’italian sounding sono stati fin dal primo giorno punti centrali per il nostro esecutivo. La qualità, che si sposa bene con i prodotti italiani, è un elemento da tutelare e promuovere”, ha commentato. “Oggi in Europa, grazie al lavoro svolto dagli europarlamentari italiani di diversi schieramenti, rafforziamo le nostre Indicazioni geografiche, conosciute in tutto il modo come sinonimo di eccellenza. Andiamo verso una maggiore trasparenza sulle vendite on line contrastando la concorrenza sleale e ogni tipo di sofisticazione. Lavoriamo su tutti i fronti per esaltare le produzioni e le radici culturali della nostra Nazione quali fattori da preservare e tramandare per sostenere la crescita dell’economia italiana”.