Bruxelles – “L’Italia intende diventare l’hub energetico dell’Europa nel Mediterraneo, forte della sua posizione geo-strategica unica”. E’ l’impegno di questo governo, di cui Antonio Tajani fa parte e che il ministro degli Esteri rilancia con forza in occasione dell‘evento di Withub dedicato alla non semplice partita energetica. Perché è vero che “la brutale aggressione russa all’Ucraina ha mostrato la vulnerabilità dei canali di approvvigionamento” e delle reti di trasporto di dati, ma allo stesso tempo ha dato modo di ricordare, rilanciare e riproporre “la centralità del Mediterraneo per gli scambi dell’Unione Europea con il continente africano e dell’Italia, ponte naturale tra Nord e Sud del mondo”.
L’Italia ha quindi una responsabilità per sé stessa, innanzitutto, ma pure per il blocco dei Ventisette. Che passa per una nuova stagione diplomatica intesa a “rafforzare la cooperazione con i Paesi africani”. E’ in questa grande agenda che “si inserisce anche quello che chiamiamo il Piano Mattei“, vale a dire quel grande “mosaico di iniziative e progetti in vari settori, che spaziano dallo sviluppo rurale all’agro-industria, dalle infrastrutture ai trasporti” che ha come scopo quello di “promuovere un partenariato equo e paritario”. .Perché, sottolinea il titolare della Farnesina, “i destini delle due sponde del Mediterraneo sono inseparabili e strettamente interconnessi“. Con l’Italia nel ruolo di ponte naturale, per posizione geografica, e più che mai politica.
L’Italia hub energetico passa inevitabilmente per questa “relazione speciale” che il Paese ha con il continente su cui si affaccia e cui guarda, con rinnovato interesse. Il successo di questa agenda tricolore “potrà assicurare anche la fornitura affidabile e costante di materie prime e minerali critici, indispensabili per la nostra economia”. Tajani ne é cosciente e consapevole, e alla platea dell’evento organizzata da Withub nella cornice di Esperienza Europa – David Sassoli, vuole mettere le cose in chiaro. “Credo che investire nel campo energetico e dei minerali critici,soprattutto nel Mediterraneo, sia foriero di crescita, stabilità e prosperità comuni“. Sciocco, dunque, restare con le mani in mano..
L’agenda italiana guarda in ogni direzione, a sud e a est. In entrambi i casi si si tratta di “accelerare” il dispiegamento di energia rinnovabile, favorendo le importazioni dai Paesi del Mediterraneo e dell’Africa, come Egitto, Cipro e Israele e creando opportunità di investimento per le imprese italiane. “Vogliamo anche sviluppare il settore della connettività e dei cavi sottomarini, come nel caso del progetto ELMED con la Tunisia, una infrastruttura di connessione elettrica strategica, che unirà la Sicilia alle coste nordafricane”. Per quanto riguarda il gas, l’attenzione è per il raddoppio della portata del gasdotto TAP e di tutto il Corridoio meridionale.
Bel vicinissimo oriente, continua Tajani, “nel medio-periodo si potrà inoltre valutare il potenziamento del ‘ponte elettrico’ che collega Italia e Montenegro, anche in chiave di una progressiva maggiore integrazione dei Balcani nel progetto europeo”. Ma nell’immediato l’Italia dovrà sapere lavorare per diventare un centro di riferimento per il gas naturale liquefatto (Gnl). “Vogliamo realizzare due unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione”. Una è quella di Piombino, in Toscana, “nell’anno in corso”; l’altra a Ravenna, in Emilia-Romagna, “l’anno prossimo”. Queste due infrastrutture, assicura Tajani, “contribuiranno a rafforzare la posizione di hub energetico dell’Italia”. Per tutto questo, assicura, “contate su di me”.
L’Italia intende giocare la sua partita, anche in nome dell’Europa. Ma l’Europa dovrà fare la propria parte. “Le sfide della transizione verde sono numerose: serve un approccio equilibrato, orientato al futuro e che guardi alle tecnologie esistenti“. Un pro-memoria nel mai superato braccio di ferro sulle strategia della Commissione europea e di chi, in Consiglio come in Parlamento Ue, su motori e case green sta chiedendo forse troppo.