Bruxelles – In romagnolo, per mostrare che l’Unione Europea è completamente e su tutta la linea al fianco dell’Emilia-Romagna nell’affrontare le conseguenze dell’alluvione che ha devastato un’intera regione, la Romagna in particolare. “Tin bota, l’Europa è con voi“, è stato il messaggio “forte e chiaro” della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, durante la sua visita nelle aree alluvionate insieme alla premier, Giorgia Meloni, al presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e al ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto: “Mi spezza il cuore vedere le terre coperte dall’acqua, il fango e le molte cicatrici aperte con smottamenti e devastazioni”, ha confessato la numero uno dell’esecutivo Ue.
Nel corso del punto con la stampa di questo pomeriggio (25 maggio) all’Aeroporto di Bologna, von der leyen ha sottolineato l’importanza del sorvolo delle aree disastrate, sia per prendere visione della portata dei danni, sia per farsi un’idea dell’urgenza del supporto economico che l’Unione può garantire. “È una regione che economicamente ha molto successo, ha una lunga e ricca storia, questo rende ancora più doloroso vedere la devastazione”, ha ricordato la presidente della Commissione Ue, ricordando però quanto è stato messo subito in campo per affrontare le prime conseguenze immediate: “È stata importante la solidarietà europea con l’attivazione del Meccanismo di protezione civile dell’Ue, nove Paesi hanno portato immediato soccorso”. Francia, Slovenia, Slovacchia, Austria, Belgio, Bulgaria, Germania, Polonia e Romania si sono attivate dalle primissime ore per far confluire in Emilia-Romagna gli aiuti di emergenza, con le squadre francesi, slovene e slovacche che sono già arrivate sul campo “con più di cento persone arrivate per mettere in funzione le pompe”. Come rende noto la Direzione generale della Commissione Ue per la Protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee, la quantità d’acqua pompata dai terreni allagati è pari a 133 piscine olimpioniche, “e le operazioni di pompaggio continuano”.
Se quello che al momento “impressiona” è la solidarietà europea “al suo meglio” (con una menzione anche alle “centinaia di volontari, gli angeli del fango”), l’attenzione della presidente von der Leyen è già rivolta alla ripresa e alla ricostruzione delle aree alluvionate. Il sostegno economico dell’Unione sarà decisivo e la stessa numero uno della Commissione ha messo in chiaro che con Meloni e Bonaccini è in corso un confronto su “un approccio strutturato sull’ulteriore supporto dell’Ue, dopo quello di emergenza“. In primis c’è una riflessione da fare su una regione che dell’agricoltura ha fatto una delle spine dorsali della propria economia: “Per molti agricoltori è stato un disastro, per questo deve essere attivato il fondo di emergenza per l’agricoltura, è il primo punto”, ha subito messo in chiaro la numero uno della Commissione. Poi possono essere ri-orientati e utilizzati i Fondi di coesione, senza dimenticare che “se guardiamo al futuro e alla prevenzione, nel Next Generation Eu abbiamo 6 miliardi di euro per la prevenzione delle inondazioni e dei terremoti, e il rafforzamento delle infrastrutture”.
Infine c’è il tanto atteso Fondo di solidarietà dell’Unione Europea, definito dalla stessa presidente von der Leyen “il mezzo più appropriato per dare sostegno”. “Prima c’è bisogno di una stima dei danni, sfortunatamente questa regione ha già un’esperienza a riguardo con il terremoto di 10-11 anni fa”. Poi sarà materia di “urgenza” mettere in campo le risorse: “Funziona così, viene stanziato un primo pagamento di misura standard per ogni evento, successivamente in base alla stima dei danni avremo un’idea più chiara di quante risorse potranno essere stanziate”. Per dare una stima delle tempistiche, “questo avverrà nei prossimi tre mesi“, ha precisato la numero uno dell’esecutivo comunitario. Nel frattempo continuerà senza sosta la “stretta collaborazione” con il presidente della Regione Bonaccini, a partire dalla seconda tappa del viaggio di von der Leyen: la visita a Cesena, non più in elicottero ma sul campo, tra fango e detriti.
L’Emilia-Romagna tra Fondo di solidarietà e Meccanismo di protezione civile
A proposito del Fondo di solidarietà dell’Unione Europea (Fsue) citato dalla presidente della Commissione Ue, si tratta di un dispositivo che permette di mobilitare fino a 500 milioni all’anno – oltre ai fondi non spesi dell’anno precedente – per coprire parte dei costi per la ricostruzione. Gli Stati membri colpiti da una catastrofe naturale possono richiederne l’attivazione alla Commissione entro 12 settimane dalla data dei primi danni rilevati, allegando alla domanda una stima dei danni: questo dispositivo ammette interventi d’emergenza come il “ripristino immediato del funzionamento delle infrastrutture nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell’istruzione”. Dalla sua attivazione nel 2002 Bruxelles ha stanziato a Roma quasi un terzo degli 8,2 miliardi complessivi, circa 3 miliardi: solo per far fronte ai terremoti in Emilia-Romagna nel 2012 e nel Centro Italia nel 2016 sono stati stanziati rispettivamente 670 milioni e 1,2 miliardi.
Per quanto riguarda invece il Meccanismo di protezione civile dell’Ue, si tratta del mezzo istituito nel 2001 attraverso cui i 27 Paesi membri e altri 9 Stati partecipanti (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, Serbia, Turchia e Ucraina) possono rafforzare la cooperazione per la prevenzione, la preparazione e la risposta ai disastri, in particolare quelli naturali. Una o più autorità nazionali possono richiedere l’attivazione del Meccanismo quando un’emergenza supera le capacità di risposta dei singoli Paesi colpiti. Il Meccanismo comprende un pool europeo di protezione civile, formato da risorse pre-impegnate dagli Stati aderenti, che possono essere dispiegate immediatamente all’occorrenza, ed è la Commissione a coordinare la risposta di solidarietà degli altri partecipanti con un unico punto di contatto, contribuendo almeno a tre quarti dei costi operativi.