Bruxelles -L’idea di un Fondo sovrano per l’industria (e di mettere in comune risorse per affrontare imprese comuni) tornerà a essere attuale nel dibattito europeo quanto prima. A confermarlo il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, che in una lunga intervista al Festival dell’economia di Trento questa mattina ne ha rilanciato l’attualità.
“Il tema di mettere in comune scelte e priorità politiche con dietro risorse ritorna fondamentale. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha parlato di recente di un Fondo per la sovranità europea e tornerà attuale nelle prossime settimane e penso che per un Paese come l’Italia sia fondamentale contribuire a questa discussione”. Il Fondo sovrano per l’industria è quella risposta “strutturale” alle esigenze di investimento dell’industria verde europea, annunciato dalla Commissione europea a inizio febbraio come dispositivo per finanziare il Piano industriale per il Green Deal. La Commissione europea si è impegnata a proporre entro l’estate un ‘Fondo di sovranità europeo’ per finanziare la transizione all’industria net-zero. L’occasione, lo ha ribadito la presidente Ursula von der Leyen in più di una occasione, sarà la revisione del quadro finanziario pluriennale prima dell’estate 2023, in modo da arrivare al Vertice Ue del 29-30 giugno (l’ultimo, al netto di emergenze, prima della pausa estiva) con una proposta da far discutere ai leader dei 27.
Ed è per questo che Gentiloni ha confermato che il tema tornerà a breve a essere centrale nel dibattito europeo. Il collegio a guida von der Leyen terrà un primo dibattito orientativo sulla revisione intermedia il prossimo 7 giugno, con l’idea di adottare il quadro rivisto il 20 giugno, secondo l’ultimo calendario del collegio dei commissari. Giusto in tempo per il Summit dei capi di stato e governo che si terrà alla fine del mese. I leader Ue ne hanno discusso superficialmente al Consiglio europeo di fine marzo, sulla base della proposta della Commissione Ue sul Piano industriale per il Green Deal, e sui suoi tre pilastri, presentati a metà marzo: il ‘Net-Zero Industry Act’, la legge per un’industria a zero emissioni; il ‘Critical Raw Material Act’, per l’approvazione delle materie prime critiche, e la riforma del mercato elettrico.
Nel collegio a guida von der Leyen, Gentiloni è sempre stato tra i fermi sostenitori dello strumento di debito comune europeo a cui il Next Generation Eu varato per la ripresa economica dalla pandemia. Se funziona la struttura usata con Next Generation Eu per il debito comune per far fronte a imprese comuni “tutta la storia delle istituzioni europee ci dice che” il metodo “si riproporrà”, ha assicurato il commissario. E un esempio può essere proprio un Fondo per la sovranità. Per il commissario è necessario “toglierci dalla testa che i fondi comuni siano necessariamente un fattore di redistribuzione delle risorse da Paesi più forti a quelli più deboli, forse lo è stato Next Generation Eu”, varato per la ripresa economica dalla pandemia, “ma si possono avere obiettivi comuni da finanziare con fondi comuni”. Gentiloni si è detto convinto che a “condizione di far funzionare il programma attuale”, il metodo di debito comune si ripeterà.