Bruxelles – Nessuna procedura per squilibri macro-economici, ma l’Italia resta sorvegliato speciale e nel 2024 potrebbe rischiare provvedimenti se non si impegna a rimettere in ordine i conti e ridurre il debito. Allo stato attuale, con il patto di stabilità ancora sospeso e la sua riforma in corso di dibattito, chiunque verrà ‘graziato’. Ma le valutazioni della Commissione europea, racchiuse nelle raccomandazioni specifiche per Paese, già annunciano che il Paese non rispetta i criteri del deficit (soglia massima del rapporto con il Prodotto interno lordo al 3 per cento) né quelli del debito (60 per cento in rapporto al Pil), e non lo saranno neppure il prossimo anno. Le recenti previsioni economiche già avevano indicato per l’Italia un 3,7 di deficit/Pil e un debito al 140,3 per cento.
La Commissione ritiene che “il rispetto del parametro di riferimento per la riduzione del debito non sia giustificato nelle condizioni economiche prevalenti“. Ma questa valutazione si riferisce al contesto di oggi, caratterizzato dalle incertezze per una guerra in Ucraina che continua e l’inflazione di base che persiste. Se si riconosce che Grecia e l’Italia continuano a presentare squilibri eccessivi, allo stesso tempo per i servizi dell’esecutivo comunitario “le loro vulnerabilità sembrano attenuarsi, anche grazie ai progressi delle politiche”. Per l’Italia un riconoscimento al governo, a cui si chiede di continuare senza indugi.
Tutti gli Stati membri, nessuno escluso, incalza il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, “dovrebbero dare la priorità alla corretta attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza, il nostro strumento più potente per raggiungere una prosperità duratura e condivisa”. Mentre il commissario per il Lavoro e gli affari sociali, Nicolas Schmit, chiede “politiche occupazionali e sociali forti e mirate che vadano di pari passo con le politiche industriali, economiche e fiscali”.
Ma c’è anche il nodo della riforma della pubblica amministrazione. Perché “alcuni Stati membri si trovano ad affrontare difficoltà nell’amministrazione dei fondi, ad esempio a causa della limitata capacità amministrativa o di strozzature negli investimenti”. Queste depo 25 bonus 25 sfide possono, in una certa misura, “influenzare il programma di esborso previsto”.
Alla fine le raccomandazioni specifiche per l’Italia sono tre. La prima chiede di ridurre il sostegno contro il caro-bollette, “garantire una politica fiscale prudente, in particolare limitando l’aumento nominale della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2024 a non più dell’1,3 per cento, promuovere le transizioni verde e digitale. Per l’orizzonte oltre il 2024 si chiede politica di bilancio “di consolidamento”. Chiesta, ancora una volta, la riforma del catasto. In Italia occorre “allineare i valori catastali con gli attuali valori di mercato”.
Seconda richiesta: “Aumentare la capacità amministrativa, sopratutto a livello sotto-nazionale”. Terza richiesta: promuovere le rinnovabili, le interconnessioni, l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile e ridurre le dipendenze dai combustibili fossili russi”.