Bruxelles – Una risposta “strutturale” alle esigenze di investimento dell’industria verde europea. E’ in questi termini che a inizio febbraio – presentando la sua comunicazione per un Piano industriale per il Green Deal – la Commissione europea si è impegnata a proporre entro l’estate un ‘Fondo di sovranità europeo’ per finanziare la transizione all’industria net-zero. L’occasione, lo ha ribadito la presidente Ursula von der Leyen in più di una occasione, sarà la revisione del quadro finanziario pluriennale prima dell’estate 2023, in modo da arrivare al Vertice Ue del 29-30 giugno (l’ultimo, al netto di emergenze, prima della pausa estiva) con una proposta da far discutere ai leader dei 27
Il collegio a guida von der Leyen terrà un primo dibattito orientativo sulla revisione intermedia il prossimo 7 giugno, con l’idea di adottare il quadro rivisto il 20 giugno, secondo l’ultimo calendario del collegio dei commissari. Giusto in tempo per il Summit dei capi di stato e governo che si terrà alla fine del mese. I leader Ue ne hanno discusso superficialmente al Consiglio europeo di fine marzo, sulla base della proposta della Commissione Ue sul Piano industriale per il Green Deal, e sui suoi tre pilastri, presentati a metà marzo: il ‘Net-Zero Industry Act’, la legge per un’industria a zero emissioni; il ‘Critical Raw Material Act’, per l’approvazione delle materie prime critiche, e la riforma del mercato elettrico.
Il Piano industriale del Green Deal altro non è che la risposta ‘Made in Europe’ della Commissione europea all’Inflation Reduction Act (Ira), il piano degli Stati Uniti di sussidi da quasi 370 miliardi di dollari che Bruxelles teme possa svantaggiare le imprese europee. Il piano europeo ora c’è, ma è necessario capire come sarà finanziato, se saranno disponibili risorse aggiuntive oppure Bruxelles sfrutterà semplicemente la revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale (il cosiddetto Qfp, che va dal 2021 al 2027) per spostare risorse di qua e di là e creare un tesoretto nuovo ma che nuovo non è. Proprio al Vertice Ue di fine marzo i leader europei hanno rimandato a giugno la discussione vera e propria sulle nuove risorse, insistendo sulla necessità di dar vita a un Fondo europeo di sovranità ad hoc entro l’estate, per finanziare la strategia industriale dell’Ue.
“Il Consiglio europeo ricorda di aver preso atto dell’intenzione della Commissione di proporre un Fondo europeo per la sovranità prima dell’estate 2023 per sostenere gli investimenti nei settori strategici”, si legge nel testo delle conclusioni, su cui ha spinto anche l’Italia. Quando a febbraio ha presentato il Piano industriale per il Green Deal la presidente della Commissione europea ha previsto di far leva sul fronte nazionale sull’allentamento delle regole per gli aiuti di stato; e sul fronte comunitario di mobilitare anche finanziamenti europei a breve e medio termine, in attesa di un Fondo sovrano. Ha individuato dunque una serie di soluzioni finanziarie ‘ponte’ in attesa dell’appuntamento di giugno: in primis, Bruxelles fa leva innanzitutto sul ‘REPowerEu’, il piano varato a maggio dall’esecutivo comunitario per affrancare l’Ue dai combustibili fossili russi al più tardi entro il 2027; la seconda ‘leva’ finanziaria è quella di InvestEu, il programma dedicato propriamente agli investimenti, che punta a mobilitare oltre 372 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nel periodo 2021-27, facendo leva su una garanzia del bilancio dell’UE di 26,2 miliardi di euro che sostiene gli investimenti di partner esecutivi come il gruppo della Banca europea per gli investimenti (BEI) e altre istituzioni finanziarie. Il terzo asse è il Fondo per l’innovazione, che potrebbe fornire fino a circa 40 miliardi di euro di sostegno dal 2020 al 2030, a seconda del prezzo del carbonio, dal momento che il Fondo viene in parte finanziato con le entrate del sistema di scambio di quote di emissioni, il sistema Ets Ue.