Bruxelles – Si chiamano Valli regionali dell’Innovazione e diventeranno nel futuro prossimo dell’Unione Europea gli hub sul territorio comunitario per l’innovazione deep-tech. Al momento sono in fase di ultimazione, a partire dal sostegno diretto della Commissione Ue per colmare il divario di innovazione nei Paesi membri e creare le condizioni per la messa a terra di investimenti e politiche di ricerca e innovazione interregionale.
Nell’ambito dell’iniziativa Horizon Europe sugli ecosistemi europei dell’innovazione e dello Strumento di investimento interregionale per l’innovazione del Fondo europeo di sviluppo regionale, sono stati stanziati oggi (17 maggio) 122 milioni di euro per promuovere le Valli regionali dell’Innovazione, la prima tranche dei 170 milioni di euro complessivi previsti dalla Nuova agenda europea per l’innovazione. Ed è proprio l’Agenda Ue adottata nel luglio dello scorso anno dall’esecutivo comunitario a fissare l’obiettivo di individuare fino a 100 regioni impegnate a migliorare il coordinamento di investimenti e politiche d’innovazione con progetti interregionali, in particolare nel campo deep-tech. Dove per deep-tech si intendono tutte quelle tecnologie basate su scoperte e progressi scientifici all’avanguardia e caratterizzate dalla necessità di rimanere all’avanguardia tecnologica grazie alla costante interazione con nuove idee e risultati di laboratorio (diversa da high tech, che si riferisce solo all’intensità della ricerca e sviluppo).
Le Valli regionali dell’Innovazione si focalizzeranno su tutte le applicazioni dell’innovazione deep-tech cruciali per le politiche comunitarie, “dalla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili al rafforzamento della sicurezza alimentare globale, dalla trasformazione digitale e la sicurezza informatica alla rivoluzione sanitaria”, ha sottolineato la vicepresidente esecutiva della Commissione Ue per il Digitale, Margrethe Vestager. Il focus di attenzione è sul divario d’innovazione nelle regioni in ritardo rispetto alla media Ue che, come evidenzia l’Indice di competitività regionale 2.0 – si trovano prevalentemente in Europa orientale e meridionale: anche l’Italia mostra criticità soprattutto nel Sud, più precisamente in Molise, Basilicata, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Ecco perché l’iniziativa delle Valli regionali dell’Innovazione punta sia a promuovere una maggiore coesione dei territori europei, sia a creare consorzi di regioni che sappiano rispondere alle sfide locali e alle priorità strategiche dell’Unione intera: da una parte spingendo la transizione socio-economica e dall’altra specializzandosi nelle innovazioni di alta tecnologia.
Come messo nero su bianco nel bando delle Valli regionali dell’Innovazione (l’invito a partecipare è aperto fino al 17 ottobre), le condizioni di ammissibilità prevedono la “partecipazione, in qualità di beneficiari, di almeno cinque autorità nazionali o regionali di almeno cinque diversi Stati membri o Paesi associati“. Di questi almeno due devono essere “regioni innovatrici moderate o emergenti” e almeno una deve essere “regione innovatrice forte o leader dell’innovazione” (secondo la classificazione evidenziata dall’European Innovation Scoreboard). A partire da questa condizione minima di ammissibilità, alle Valli regionali dell’Innovazione si possono associare anche altri attori locali – associazioni, aziende, hub, enti di ricerca, comuni – con sede negli Stati membri o in quelli partner ammissibili a ricevere finanziamenti, “a condizione che siano in grado di fornire il 50 per cento di cofinanziamento richiesto“.