Bruxelles – Meno documenti cartacei, meno procedure burocratiche, più digitalizzazione e soprattutto più centralizzazione. L’Unione delle dogane si rinnova. La Commissione europea presenta la proposta di riordino del settore, introducendo elementi tutti nuovi che corrono su internet. Il perno centrale della riforma, che scatterà nel 2028, è il Data Hub, portale unico europeo on-line, che sostituirà gli attuali 111 sistemi informatici nazionali, nel 2038. Qui verranno caricati e raccolti tutti i dati delle imprese attive nel commercio all’interno del mercato unico. Sarà gestita a livello europeo, perché parallelamente al nuovo ‘cervellone’ verrà istituita una nuova autorità doganale dell’Ue col compito di supervisionare l’hub di dati doganali.
La Commissione europea stima che attraverso questo nuovo modo di gestire i flussi commerciali le autorità nazionali risparmieranno collettivamente fino a 2 miliardi di euro all’anno in costi operativi e saranno maggiormente in grado di riscuotere entrate, mentre i commercianti, tra meno oneri burocratici, risparmieranno fino a 2,7 miliardi di euro l’anno in totale.
Le proposte di modifica intendono rispondere alle sfide poste dal progresso tecnologico. Nel mirino finisce soprattutto l’e-commerce, tutto ciò avviene su internet con le ripercussioni pratiche in termini di consegna e scambi. La riforma intende rispondere in particolare proprio alle attuali pressioni in cui operano le dogane dell’Ue, tra cui “un enorme aumento dei volumi degli scambi, in particolare nel commercio elettronico“, rileva l’esecutivo comunitario, un numero in rapida crescita di norme dell’Ue che devono essere controllate alla frontiera. Si prevede che il nuovo regime per l’e-commerce apporterà entrate doganali aggiuntive per un importo di un miliardo di euro all’anno.
“E’ la riforma più ambiziosa e complessiva che proponiamo dal 1968, da quando esiste l’unione doganale”, sottolinea il commissario per l’Economia e le dogane, Paolo Gentiloni. “Si produrrà un cambiamento di vasta portata”, spiega, in quanto “ogni singola informazione sarà immagazzinata in un singolo portale”. Questa riforma, continua Gentiloni, “ridurrà la burocrazia e i costi di conformità per le imprese, creerà maggiore trasparenza e certezza per i cittadini dell’Ue quando fanno acquisti online e introdurrà procedure più semplici e innovative per le autorità”.
Le piattaforme dovranno dimostrare che i beni che vendono nell’Ue sono conformi a tutti i nostri standard e alla legislazione sulle importazioni, rassicurando i consumatori dell’UE che i loro beni sono sicuri e sostenibili Inoltre i venditori online dovranno addebitare i dazi doganali in anticipo in modo che gli acquirenti possano essere sicuri che non ci saranno sorprese alla consegna, con sovrapprezzi.
Ancora, la riforma abolisce l’attuale soglia in base alla quale le merci di valore inferiore a 150 euro sono esenti da dazio doganale, eccezione “fortemente” sfruttata per eludere il fisco. A Bruxelles si calcola che fino al 65 per cento di tali pacchi che entrano nell’Ue sono attualmente sottovalutati, per evitare i dazi doganali all’importazione.
Il Data Hub aprirà per le spedizioni di e-commerce nel 2028, seguito (su base volontaria) da altri importatori nel 2032. Una revisione in 2035 valuterà se questa possibilità potrà essere estesa a tutti i trader quando l’Hub diventerà obbligatorio a partire dal 2038.