Bruxelles – Ora è tutto ufficiale. La commissaria europea responsabile per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, Mariya Gabriel, ha rassegnato le dimissioni nelle mani della presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, dopo quasi sei anni di permanenza al Palazzo del Berlaymont (dal 2017 al 2019 nella Commissione Juncker e dal 2019 a oggi in quella von der Leyen). A renderlo noto è stata la numero uno della Commissione, in un comunicato che dà la notizia sia del mandato istituzionale da parte del presidente della Repubblica di Bulgaria, Rumen Radev, sia del passo indietro da membro del Collegio dei commissari: “Ho accettato le sue dimissioni“, ha precisato von der Leyen.
“Nei tre anni e mezzo in cui ha ricoperto questo ruolo ha dato un grande contributo all’avanzamento delle priorità della Commissione in questo settore“, è stato il ringraziamento della presidente dell’esecutivo Ue per il lavoro svolto da Gabriel sul piano dell’innovazione, della ricerca, della cultura, dell’istruzione e delle politiche per i giovani. Spicca in particolare “l’eccellente attuazione del nostro programma di innovazione Horizon Europe”, così come “la forte spinta all’innovazione e alle start-up attraverso l’European Innovation Council” e “il suo impegno personale nel rendere l’Anno europeo della gioventù un successo“.
L’augurio per la collega è di “mettere a frutto per il Paese la sua esperienza europea“. La notizia dell’incarico a Gabriel di prima ministra designata da parte del partito conservatore Gerb (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria) era arrivata mercoledì scorso (10 maggio), quando l’ex-premier e leader dei conservatori, Boyko Borissov, l’aveva comunicato all’Assemblea nazionale. Rispondendo alle domande della stampa, la portavoce della Commissione Ue Dana Spinant aveva specificato che la presidente dell’esecutivo Ue aveva “garantito un congedo non retribuito” a Gabriel “per partecipare alla possibile formazione del governo nel suo Paese”. Con le dimissioni presentate oggi – come previsto dagli articoli 245 e 246 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (Tfue) – il portafoglio di competenze dell’ex-commissaria sarà supervisionato “con effetto immediato” dalla vicepresidente esecutiva responsabile per il Digitale, Margrethe Vestager, e dal vicepresidente per lo Stile di vita europeo, Margaritis Schinas: “La vicepresidente Vestager sarà responsabile dell’Innovazione e della ricerca, mentre il vicepresidente Schinas si occuperà di Istruzione, cultura e gioventù”, ha precisato nella nota la numero uno della Commissione.
I have accepted @GabrielMariya's resignation as she will pursue the goal of forming a new government in Bulgaria
I thank her for her excellent contribution to our team and wish her all the best
I’m confident that her European credentials will be put to good use for the country
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) May 15, 2023
L’instabilità politica in Bulgaria
La missione principale di Gabriel – che venga nominata o meno nuova premier bulgara – sarà quella tentare di cambiare il volto di Gerb davanti all’opinione pubblica nazionale ed europea, considerato il fatto che il partito conservatore e il suo leader Borissov sono considerati l’incarnazione della corruzione nel Paese, dopo oltre un decennio di potere quasi ininterrotto dal 2009 al 2021. Già alle elezioni del 4 aprile 2021 i conservatori si erano confermati come prima forza, ma in uno scenario politico estremamente frammentato. Dopo tre mesi di negoziati falliti per la formazione di un esecutivo, il presidente Radev aveva deciso il ritorno anticipato alle urne: la propaganda anti-sistema aveva premiato il movimento populista C’è un popolo come questo, fondato dallo showman Slavi Trifonov alle elezioni dell’11 luglio. Dopo altri quattro mesi di trattative fallimentari tra i partiti, il presidente Radev era stato costretto a convocare nuove elezioni anticipate per novembre dello stesso anno.
Il 14 novembre 2021 un quarto delle preferenze erano andate al partito anti-corruzione Continuiamo il cambiamento, scavalcando i conservatori di Gerb e relegando nell’ombra i populisti di Trifonov. Con l’appoggio di queste due forze Kiril Petkov era stato nominato premier, per la prima volta con un senso di stabilità e programmazione per il futuro del Paese: sotto la sua guida sono stati portati avanti i colloqui con la Macedonia del Nord per superare la disputa identitaria che bloccava da dicembre 2020 l’apertura dei negoziati per l’adesione di Skopje all’Ue. Proprio questo impegno è stato fatale a Petkov, anche se non gli ha impedito di portare a compimento la revoca del veto. Prima il partito di Trifonov è passato all’opposizione e poi, il 22 giugno 2022, il governo è stato sfiduciato con una mozione presentata da Gerb.
Dopo un giro di consultazioni inconcludenti si è tornati al voto a ottobre, con il nuovo primo posto dell’ex-premier Borissov ma la solita incapacità di raggiungere un accordo di governo tra i partiti. Le ultime elezioni del 2 aprile hanno confermato l’ormai cronico stallo politico: le due formazioni più consolidate si ritrovano appaiate attorno al 25 per cento dei voti, mentre questa volta sono in ascesa nazionalisti filo-russi e anti-europeisti di Vazrazhdane (Rinascita), che hanno conquistato il 14,39 per cento delle preferenze e il terzo posto assoluto.
Chi è Mariya Gabriel
La politica 43enne (all’anagrafe Mariya Nedelcheva) è un personaggio di lungo corso a Bruxelles, dopo gli studi in lingue e relazioni internazionali tra Bulgaria e Francia. Nel 2009 è stata eletta per la prima volta come eurodeputata tra le fila di Gerb, prendendo parte ai lavori delle commissioni per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale (Agri) e per le Petizioni (Peti), ma anche in quella speciale sulla Criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro. Nel 2014 è arrivata la rielezione al Parlamento Ue, quando è diventata capa-delegazione dei conservatori bulgari e vice-presidente del gruppo del Ppe: sotto la sua guida è stata preparata la Posizione strategica per il Mediterraneo dei popolari europei e ha partecipato come membro ai lavori della commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe).
Nel 2017 l’allora presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha nominato Gabriel – su proposta dell’ex-premier Borissov – commissaria europea responsabile per il Digitale, prendendo il posto di Günther Oettinger, a sua volta chiamato a sostituire al Bilancio e risorse umane Kristalina Georgieva, oggi direttrice operativa del Fondo Monetario Internazionale e sei anni fa nominata direttrice generale della Banca Mondiale. Nel 2019 la nuova presidente dell’esecutivo comunitario von der Leyen ha riconfermato la fiducia in Gabriel, nominandola commissaria per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù e affidandole il programma Horizon Europe, con una dotazione per il periodo 2021-2027di 95,5 miliardi di euro.