Bruxelles – E’ il momento di attuare, non di presentare nuove proposte legislative. Fanno discutere a Bruxelles, e non solo, le parole pronunciate ieri dal presidente francese Emmanuel Macron in un discorso a una folla di industriali, che anticipa la presentazione da parte dell’Eliseo di un vasto piano in quattro pilastri per rilanciare l’industria ‘verde’ che dovrebbe essere presentato la prossima settimana al Consiglio dei ministri.
Accélérer notre reconquête industrielle. https://t.co/satR2IQqNV
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) May 11, 2023
Da mesi, ormai, a livello europeo si lavora per una risposta comune al massiccio piano di sussidi verdi varato dall’amministrazione statunitense, Inflation Reduction Act (IRA), pur rimanendo ancorata agli obiettivi di transizione del Green Deal. L’Eliseo sta lavorando però anche sul piano interno e presenterà questo piano con l’obiettivo di decarbonizzare il settore industriale, mentre Bruxelles sta cercando di portare avanti lo stesso sforzo ma a livello comunitario. A far discutere non è tanto il piano in sé, i cui dettagli saranno svelati a giorni. Ma le parole con cui Macron anticipa l’iniziativa. “Abbiamo già approvato molti regolamenti a livello europeo, più dei nostri vicini. Ora dobbiamo applicarli, non apportare nuove modifiche alle regole, perché altrimenti perderemo tutti i nostri attori”, ha avvertito Macron sostenendo che l’Europa “ha bisogno di stabilità”.
Parole che parlano al mondo industriale, ma che sono anche state interpretate come la necessità di frenare sulle future legislazioni del Green Deal europeo con la prospettiva di concentrarsi su quelle che ancora faticano a essere attuate. Parole che non passano inosservate in un momento in cui pioggia di critiche al Patto verde per l’Europa – cardine dell’attuale Commissione a guida Ursula von der Leyen – sono arrivate dalle forze politiche di centrodestra, ultime ma non meno importanti quelle rivolte alle proposte per tagliare l’uso dei pesticidi e sul ripristino degli habitat naturali. L’Eliseo si è affrettato a chiarire tramite l’agenzia francese AFP che il presidente della Repubblica non aveva chiesto né una sospensione né una moratoria né un’abrogazione “delle attuali norme in discussione”. “Il presidente non sta parlando di sospensione ma di eseguire le decisioni già prese prima di apportare nuove modifiche “, ha detto la stessa fonte all’agenzia, aggiungendo che le decisioni già prese sono le più ambiziose al mondo fino ad oggi”.
La stessa Commissione europea ha cercato di spegnere la polemica nelle parole della portavoce Dana Spinant. “E’ chiara la condivisione della Francia delle nostre priorità sulla trasformazione dell’industria e sulla transizione verde in generale”, ha dichiarato la portavoce al briefing quotidiano con la stampa, cercando di ammorbidire i toni della polemiche e dare un segnale di unità tra gli Stati membri. Ha poi ricordato che “nelle diverse fasi di una legislatura ci sono momenti in cui si mettono sul tavolo più proposte e altri in cui siamo più impegnati nel processo legislativo sui dossier proposti e sulla loro applicazione”, ha riconosciuto Spinant. “In questa fase ci avviamo al negoziato di una parte della legislazione proposta e alla sua applicazione”, ha concluso. Più che un presunto dietrofront di Macron sul Green Deal – che è stato senza dubbio estremizzato – a far riflettere dovrebbe essere il fatto che mentre la Commissione europea cerca una risposta comune sul rilancio dell’industria green – attraverso il ‘Net-Zero Industry Act e gli altri pilastri del Piano Ue per l’industria verde presentati a marzo – Parigi stia lavorando anche su un piano su scala nazionale che avrà gli stessi obiettivi di Bruxelles. Come a sottolineare che le proposte messe in campo non siano sufficienti a garantirne il perseguimento.