Bruxelles – Cattive notizie per l’Europa. La crescita scompare, l’alta inflazione al contrario resta. La Commissione europea presenterà le proprie prospettive economiche il 15 maggio, ma intanto la dal Fondo monetario internazionale arrivano già numeri e cifre a delineare un quadro non certo dei migliori. “Prevediamo che la crescita dell’Ue scenderà dal 3,7 per cento dell’anno scorso allo 0,7 per cento di quest’anno prima di riprendersi in maniera modesta in seguito”, rileva la direttrice del Fondo, Kristalina Georgieva, intervenendo al Brussels Economic Forum. “Allo stesso tempo, prevediamo che l’inflazione scenderà da oltre il 9 per cento dello scorso anno a oltre il 6 per cento quest’anno e, nella maggior parte dei paesi, non tornerà agli obiettivi fino al 2025“.
Certo, riconosce Georgieva, l’Ue ha saputo mostrare e dimostrare capacità di resistenza alle turbolenze. “Ma non possiamo permetterci di essere compiacenti solo perché il caso peggiore non si è materializzato”. In termini di previsioni di crescita a breve termine, continua l’analisi della numero uno del Fmi, “l’Europa si trova in una posizione leggermente migliore, ma anche qui la modesta crescita della produttività si è ulteriormente indebolita“. In poche parole, senza affrontare le sfide a lungo termine che Georgieva identifica in demografia, produttività, inclusione, “non saremo in grado di aumentare i redditi e creare opportunità come speravamo”.
Un appunto, poi, sulla politica verde. “Raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’Ue sarà difficile se occorrono sette anni per costruire un parco eolico o solare”. Un invito a fare meglio e a fare presto. “L’accelerazione della transizione verde non è solo fondamentale di per sé, ma è anche fondamentale per aumentare la sicurezza energetica e le opportunità di investimento”.