Bruxelles – Le istituzioni comunitarie vicine alla Serbia in uno dei giorni più drammatici degli ultimi anni per il Paese balcanico. “Prima di andarmene voglio esprimere la nostra tristezza per la tragica sparatoria nella scuola a Belgrado di questa mattina, dove almeno nove persone, di cui otto bambini, sono stati uccisi”, è stato il commento a caldo dell’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, nel corso della conferenza stampa al termine del Collegio dei commissari.
La notizia della sparatoria nell’istituto scolastico Vladislav Ribnikar, nel quartiere centrale Vračar della capitale serba, è arrivata poco prima delle nove. Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, un ragazzo di quasi 14 anni – studente al settimo anno della stessa scuola primaria – ha aperto il fuoco contro i suoi compagni di istituto, uccidendone otto e una guardia giurata della struttura. Altri sei tra bambini e ragazzi e un’insegnante sono rimasti feriti, alcuni in modo grave. Dopo la sparatoria il 13enne è stato arrestato dalla polizia nel cortile della scuola – chiamata dallo stesso ragazzo – e al momento non si conoscono le motivazioni del gesto. Il capo della polizia di Belgrado, Veselin Milić, ha fatto sapere in conferenza stampa che il ragazzo stava pianificando la strage da almeno un mese e che era in possesso sia di una cartina della scuola sia di un elenco di compagni di scuola da uccidere. Per il pluriomicidio è stata utilizzata una pistola calibro 9 di proprietà del padre (poi arrestato nel pomeriggio) e il ragazzo aveva con sé anche quattro molotov.
“I nostri pensieri sono rivolti al popolo serbo e in particolare alle famiglie, agli amici e ai cari di tutte le persone uccise e ferite in questo attacco”, ha fatto sapere il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, rivolgendo le sue “sincere” condoglianze per la notizia della sparatoria di Belgrado. Parole simili a quelle espresse anche dal commissario europeo per la Politica di vicinato e l’allargamento, Olivér Várhelyi, e dal ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani: “L’Italia è vicina al popolo serbo in questo difficile momento”. A quanto si apprende da Belgrado, il governo sebo ha proclamato tre giorni di lutto nazionale – dal 5 al 7 maggio – mentre il pluriomicida dovrà essere rilasciato e rimandato a casa, dal momento in cui per il Codice penale serbo non sono previsti provvedimenti penali per i minori di 14 anni.